In apparenza, ci si divide fra chi “non ha paura”, e proclama di fare come se niente fosse, e chi “ha paura”, e modifica più o meno le sue abitudini. Mi pare che l’equivoco stia qui: che ciascuno di noi può credere di “aver paura” o no per sé, come se la cosa si esaurisse nell’eventualità di restare
continua a leggere su “IL FOGLIO” >>