Per nulla condizionato dalla mia ormai non più verde età, da Lei così garbatamente (si fa per dire!) irrisa alcuni giorni fa su un social, riscontro la Sua lettera aperta del 26 u.s.
Lo faccio con l’intento precipuo di fornire risposte ai cittadini di Cirò Marina sulle questioni da Lei sollevate, avendone avuto mandato dai miei colleghi Commissari, che sono due piuttosto che uno solo; e già, perché, oltre a me e al Dottor Gianfranco Ielo, destinatari della Sua missiva, fa tuttora parte della Commissione Straordinaria che attualmente amministra il Comune (nominata con decreto del Presidente della Repubblica, il che non fa di noi Commissari prefettizi ) anche il Prefetto dott. Francesco Zito, il quale dunque inspiegabilmente è stato escluso dalla Sua interlocuzione.
Ma perché possa avere un’idea più chiara dell’organo cui al presente è affidato il governo del Suo “paese” e del contesto normativo nel quale esso organo si muove, non sarebbe forse male per Lei leggere gli artt. 143 e 144 del T.U.O.E.L..
Quanto sopra doverosamente premesso, passo senz’altro ad affrontare i singoli temi da Lei posti all’attenzione ed anche, mi consenta, qualcuno in più, sforzandomi di essere chiaro, esauriente ed anche il più possibile sintetico.
1) Dell’impulso impresso dalla Commissione Straordinaria alle attività di accertamento e di riscossione dei tributi comunali e della correlazione tra tali attività e l’emergenza coronavirus in atto.
Le iniziative intese ad accrescere la capacità del Comune di realizzare le proprie entrate tributarie, essenziale per la stessa sopravvivenza dell’Ente e per assicurare la continuità dell’erogazione dei servizi alla collettività essendo ormai quasi del tutto venuti meno i trasferimenti erariali dello Stato, sono state imposte, oltreché dalla necessità di contrastare la generalizzata evasione dei tributi e delle entrate comunali ( ICI/ IMU, TASI, TARI e canone servizio idrico integrato) anche dall’assoluta urgenza di por rimedio all’insostenibile situazione rinvenuta all’atto dell’insediamento della Commissione, per la quale, mentre per legge il costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani (circa 2.000.000,00 di euro all’anno) e quello del servizio idrico integrato (circa 3.000.000,00 di euro) per un totale dunque di circa 5.000.000,00 di euro all’anno dovrebbero essere coperti al 100 % dal relativo gettito tributario, il Comune riusciva a riscuotere all’incirca solo il 20% della spesa sostenuta per quei servizi e quindi poco più di un milione di euro soltanto; adesso, proprio grazie alla spinta impressa dalla Commissione al contrasto dell’evasione, il Comune riesce faticosamente a riscuotere poco meno del 40% della spesa complessiva ma è fin troppo chiaro come ciò sia ancora del tutto insufficiente in quanto l’ancora troppo forte divario tra spesa ed entrata non solo continua a sottrarre risorse destinabili ad altri impieghi a beneficio della collettività ma addirittura, se non si arriverà ad abbatterlo ulteriormente ed al più presto, è destinato inevitabilmente a sortire un ulteriore dissesto, addirittura il terzo nel giro di pochissimi anni, con conseguente aggravio dei problemi finanziari del Comune per la necessità, in quel caso, di accedere, per far fronte alla massa debitoria, a mutui pluriennali i cui ratei annuali finirebbero col comprimere quasi del tutto ogni capacità operativa dell’Ente.
Non solo, ma la ridotta capacità di riscossione del Comune comporta anche l’obbligo, introdotto dal Legislatore del 2015, di accantonare in un apposito Fondo crediti di dubbia esigibilità, e quindi di rendere indisponibili, risorse per un ammontare proporzionale all’incapacità di riscossione dell’Ente.
A fronte di siffatto stato di cose, non può non risultare chiaro a chi abbia un minimo di onestà intellettuale che se la Commissione si fosse sottratta all’inversione di rotta avviata non solo avrebbe tradito il proprio mandato ma si sarebbe resa anche responsabile della violazione di precisi obblighi di legge, procurando danni erariali per i quali sarebbe incorsa in gravi responsabilità contabili.
Chiarita dunque la cornice della stretta di vite da Lei tanto vituperata, è evidente che tra le “migliaia di avvisi, intimazioni, ingiunzioni” (per usare la sua terminologia), notificati anche precipitosamente alla fine del 2019 (per scongiurare prescrizioni incombenti che sarebbero state l’esito osceno di pregresse, colpevoli inerzie ed omissioni), vi possano essere involontari errori, sviste, inesattezze.
Ma i contribuenti veramente interessati a risolvere le proprie pendenze e che non vanno trovando scuse ed espedienti per continuare a sottrarsi al pagamento di quanto dovuto sanno benissimo, perché oltretutto previsto dal Regolamento comunale delle Entrate, che il Comune è prontissimo, a fronte di evidenze oggettive regolarmente documentate, a correggere in autotutela i propri errori (per la segnalazione dei quali sono stati addirittura inoltrati, in allegato ai provvedimenti, appositi moduli).
Quanto poi a “le difficoltà, i sacrifici, le rinunce” cui, a Suo dire, i contribuenti andrebbero incontro pagando “immediatamente” gli importi loro richiesti, è appena il caso di evidenziare che, già al netto dell’emergenza coronavirus adesso sopravvenuta, la regolamentazione vigente, come aggiornata da questa Commissione, consente ad essi contribuenti di avvalersi di dilazioni nei pagamenti con piani di ammortamento che, a seconda dei casi, variano dalle 12 fino addirittura alle 72 rate.
E comunque sta di fatto che, nonostante le opportunità dilatorie loro concesse, solo in bassissima percentuale i contribuenti si sono finora rivolti agli uffici comunali per regolarizzare la propria posizione, la stragrande maggioranza di essi avendo invece preferito persistere nello stato di latitanza rispetto ai propri obblighi tributari.
Evidenziato dunque come di “difficoltà, sacrifici, rinunce” non ce ne siano state poi tante (l’80% dei cittadini di Cirò Marina si è totalmente sottratto almeno negli ultimi dieci anni ai propri obblighi tributari) e come si sia fatto in modo che quelle poche che possono esserci state non possano certo considerarsi a lacrime e sangue, vengo rapidamente ad occuparmi dell’altra questione da Lei sollevata, quella dell’impatto che sugli obblighi tributari dei cittadini è destinata ad avere l’emergenza coronavirus nel frattempo, nostro malgrado, sopravvenuta.
Scontata la moratoria prevista per tutti i contribuenti italiani e quindi anche per quelli di Cirò Marina dal D.L. 17.03.2020 n.18, ritengo sia del tutto prematuro prevedere cosa potrà accadere dopo il 31 maggio p.v. allorché, a legislazione vigente, non c’è dubbio che i termini di tutti i procedimenti sospesi dovranno riprendere a decorrere dal momento in cui è intervenuta la sospensione.
Ma è ampiamente prevedibile che, scaduta la sospensione prevista dal D.L. n. 18/2020 e rientrata l’emergenza in atto, il Governo possa indursi ad adottare nuove disposizioni mirate, più che a differimenti generalizzati di scadenze fiscali, che sarebbero oggettivamente ingiustificati, a venire incontro, in particolare, alle categorie facilmente individuabili che hanno effettivamente subito i maggiori danni dal fermo imposto alle attività produttive.
Le agevolazioni che auspicabilmente saranno decise a livello nazionale varranno ovviamente anche per gli operatori economici locali e solo nella deprecata ma assai improbabile ipotesi in cui non dovesse essere emanata una legislazione transitoria emergenziale intesa a favorire la ripresa delle attività produttive si porrebbe il problema dell’opportunità di decisioni in sede locale tali da rendere meno impattante il carico fiscale per gli operatori economici bisognevoli di essere aiutati a ripartire.
E non c’è dubbio che in siffatto scenario assolutamente inverosimile la Commissione Straordinaria non si sottrarrebbe al proprio dovere di valutare, certo nei limiti consentiti dai due consecutivi dissesti in cui il Comune è incorso, la possibilità del ricorso a misure tampone capaci di dare in qualche modo respiro a chi ha effettivamente sofferto per la crisi coronavirus, senza che perciò possa comunque pensarsi, giova chiarirlo sin d’ora, a generalizzati ed indiscriminati interventi spugna, tali da procrastinare sine die il radicato e diffuso fenomeno evasivo e/o elusivo.
Ed in conclusione di questo paragrafo della mia risposta dedicato all’azione volta al risanamento finanziario dell’Ente non posso non dedicare qualche fugace chiosa all’implicita stigmatizzazione da Lei mossa alla modifica introdotta nel novembre del 2019 dalla Commissione al Regolamento generale delle Entrate, in virtù della quale è stato previsto che il rilascio e/o il rinnovo di licenze, autorizzazioni, concessioni etc. agli esercenti di attività commerciali e produttive in genere siano subordinati alla verifica della regolarità del pagamento dei tributi locali e che, scaduto il termine assegnato con diffida per la regolarizzazione della posizione debitoria eventualmente riscontrata, si dia corso al mancato rilascio dei titoli autorizzatori richiesti ovvero alla revoca di quelli in essere.
Intanto va chiarito che non si è trattato di altro che del recepimento nel regolamento comunale di una facoltà riconosciuta ai Comuni da una norma nazionale, contenuta precisamente del D.L. 30.04.2019 n. 34.
E quanto all’utilità e all’efficacia della previsione introdotta, Le fornisco due semplici dati inconfutabilmente illuminanti:
- – la modifica regolamentare di cui trattasi è venuta ad incidere su una classe di contribuenti (quella appunto degli esercenti attività commerciali e produttive, circa un migliaio) che in percentuale pari al 90% circa non ha finora versato neppure un euro per tributi comunali (evasione totale dunque!);
- – i titolari di pubblici esercizi (circa il 10 % dell’intera categoria) già raggiunti dalla diffida a mettersi in regola prima dell’entrata in vigore del D.L. 17.03.2020 n. 18 (successivamente all’entrata in vigore di tale provvedimento di legge l’inoltro delle diffide è stato ovviamente sospeso) hanno nella loro quasi totalità avviato la procedura di regolarizzazione pur di scongiurare la minacciata revoca dei titoli autorizzatori.
A fronte di tali evidenze, io credo, Avvocato, che Ella, anziché domandare alla Commissione cosa intenda fare nei confronti dei contribuenti ai quali si chiede soltanto di cominciare una buona volta ad onorare gli obblighi verso la collettività cui si sono finora sottratti, dovrebbe piuttosto domandare a quegli stessi contribuenti cosa intendano fare per evitare che il loro Comune non vada per la terza volta in pochi anni in malora con grave danno soprattutto per le fasce più deboli della popolazione, sulle quali principalmente graverebbero gli effetti deleteri (in termini di inasprimenti tributari) di un ennesimo fallimento.
2) Delle misure per la prevenzione del contagio da coronavirus.
Tutto quanto di competenza del Comune per il contrasto della diffusione del contagio è stato interamente e con assoluta puntualità posto in essere ed infatti:
- – le misure via via disposte dal Governo sono state tempestivamente portate a conoscenza della cittadinanza con comunicati pubblicati sul sito istituzionale del Comune e divulgati anche tramite i media locali;
- – con apposite ordinanze commissariali è stata sospesa l’effettuazione del mercato quindicinale sul lungomare ed è stato chiuso all’accesso del pubblico il cimitero comunale;
- – a tutela della salute dei dipendenti comunali e degli stessi cittadini è stato precluso l’accesso degli utenti al Palazzo comunale ma sono stati forniti ed adeguatamente diramati i numeri telefonici ed i recapiti telematici di tutti i servizi comunali, i quali sono rimasti dunque raggiungibili per tutte le esigenze di necessità ed urgenza;
- – la presenza fisica dei dipendenti in Comune è stata limitata a quelli tra essi indispensabili ad assicurare i servizi essenziali non espletabili con il lavoro a distanza; tutti gli altri, eccezion fatta per i Responsabili dei servizi cui è stato chiesto di assicurare la presenza in ufficio e comunque h24 la reperibilità, sono stati collocati in congedo ordinario con la fruizione delle ferie già maturate ovvero, laddove possibile, hanno continuato a lavorare in modalità remota;
- – ai dipendenti più esposti a rischio di contagio (operai esterni, vigili urbani etc.) sono stati assicurati, sia pure con la discontinuità imposta dal loro difficilissimo reperimento sul mercato, i necessari presidi di protezione individuale (guanti, mascherine etc.) così come stati distribuiti prodotti igienizzanti;
- – è stata commissionata la sanificazione dei plessi scolastici, poi sospesa a causa della sopravvenuta interruzione delle lezioni eccezion fatta per i locali frequentati dal personale scolastico; ovviamente si procederà alla sanificazione anche delle aule prima della riapertura delle scuole, come già fatto venerdì 13 u.s. per gli uffici comunali;
- – la Polizia Municipale, pur con l’organico ridotto all’osso, è assiduamente impegnata ad assicurare il pieno rispetto in città delle misure disposte dal Governo per il contenimento del contagio, con particolare riguardo ai controlli sull’ effettivo fermo delle attività produttive e mercantili e sull’osservanza del divieto di circolazione per motivi diversi da quelli espressamente consentiti;
- – si è provveduto al transennamento ed alla delimitazione dei parchi e dei giardini pubblici non appena ne è stata disposta la chiusura alla pubblica frequentazione;
- – si è omessa la sanificazione delle strade e delle aree pubbliche, benché insistentemente reclamata sui social con voci quasi sempre scomposte ed anche calunniose nei confronti della Commissione, semplicemente perché ritenuta ininfluente ai fini della prevenzione del contagio da COVID – 19 ed addirittura sconsigliata prima dall’I.S.S. Istituto Superiore di Sanità e poi dall’ I.S.P.R.A. Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale con i due documenti che Le allego, documenti che dovrebbero indurre chi è aduso a parlare a vanvera, tanto più con toni irriguardosi ed offensivi, ad avere prima il buon senso, e direi anche l’intelligenza, di informarsi a dovere su ciò di cui parla;
- – non appena pervenute dal Dipartimento della Prevenzione dell’ASP le comunicazioni relative ai soggetti residenti in città per i quali è stata disposta la quarantena obbligatoria (sia in quanto risultati postivi al COVID 19 ovvero venuti a contatto con essi, sia in quanto giunti da altre Regioni), sono state con assoluta tempestività adottate e subito notificate le ordinanze ex art. 50 del TUOEL;
- – con la collaborazione dei volontari della Misericordia di Cirò Marina è stato organizzato un servizio gratuito di recapito di generi alimentari e medicinali alle persone anziane o con limitata mobilità per affrancarle dalla necessità di provvedere direttamente agli acquisti di cui necessitano;
- – subito all’indomani dell’emanazione da parte del Governo delle disposizioni per il soccorso alimentare alle persone rimaste prive di sostentamento a causa del blocco delle attività economiche e produttive, con l’indispensabile coinvolgimento dei Servizi Sociali del Comune e dell’associazionismo locale resosi disponibile ad utili forme di collaborazione, è stata attivata la macchina organizzativa per la corretta individuazione della platea dei beneficiari delle provvidenze e per l’immediata utilizzazione, con l’erogazione di buoni spesa e con l’acquisto diretto di generi di prima necessità, delle somme assegnate al Comune.
La Commissione Straordinaria resta naturalmente aperta a recepire e, ove possibile, assecondare proposte e suggerimenti che dovessero pervenire dalle forze politiche, sociali, sindacali, culturali ed economiche presenti sul territorio; alle condizioni, però, che il dialogo sia civile ed assuma la veste dell’ufficialità (non potendosi certo svolgere attraverso i social).
3) Dei pubblici apprezzamenti sulla mia età anagrafica.
Mi creda, è alquanto patetico il Suo tentativo di celare dietro la becera retorica dell’apologia della libertà di pensiero e di espressione la terribile caduta di stile in cui è incorsa dileggiando qualche giorno fa con un Suo post su un social la mia età di ultra sessantacinquenne, quasi a far subdolamente intendere ai Suoi interlocutori che proprio per l’età non sarebbe più integra e vigile la mia capacità di orientamento e valutazione riguardo alle situazioni che sono chiamato ad affrontare in veste di Commissario ( il post era riferito proprio alla questione alla mancata disinfezione delle strade, riguardo alla quale sempre sui social non si è mancato di censurare in termini oltremodo oltraggiosi l’inerzia, anzi addirittura la latitanza, della Commissione).
Qui, egregio Avvocato, la libertà di pensiero e di parola non c’entra proprio nulla; qui c’entra invece il buon gusto e la buona creanza, di cui Ella ha dato prova di essere, Suo malgrado, totalmente sprovvista.
E’ stupefacente che la formazione giuridica che dovrebbe avere non Le consenta di comprendere che con il Suo gesto ha compiuto un’indebita ingerenza nella mia sfera privata, passibile di essere perseguita financo in sede giudiziaria, almeno sotto il profilo del risarcimento del danno morale e d’immagine procuratomi.
E’ stupefacente che non si renda conto che il Suo gesto, piuttosto che acquisirLe visibilità e consenso presso i Suoi concittadini, magari in una ravvicinata prospettiva elettorale (obiettivo che nel Suo scritto si coglie a piene mani), possa invece procurarLe esecrazione da parte delle persone di buon senso che, vivaddio, anche a Cirò Marina per fortuna esistono ed anzi, pur se silenziose, sono certo più numerose degli sprovveduti che sanno solo insultare del tutto gratuitamente.
E’ stupefacente che, da giovane donna qual’ è, Le sfugga che gli anziani, tra i quali Ella giustamente mi annovera, non vanno derisi né commiserati ma piuttosto rispettati, sempre e comunque; vanno rispettati per la loro esperienza, che è per i più giovani maestra insostituibile di vita e fonte di saggezza; vanno rispettati per i loro sacrifici, dei cui frutti spesso i più giovani si avvalgono; vanno rispettati financo quando abbiano a perdere il senno (ma Le assicuro che non è affatto il caso mio !!!) se non in virtù del noto insegnamento evangelico, al quale è certo lecito rimanere insensibili, almeno per la pietas dovuta a chi non può difendersi, che è norma etica irreprimibile in qualsiasi contesto civile.
Ma, avvedendomi di averLe dedicato, nella mia risposta, sin troppo del mio tempo, mi affretto a concludere non senza prima rivolgerLe un augurio.
L’augurio è che Ella possa giungere alla mia età, che, Le confido sommessamente senza che abbia ad inorridire, è ben più avanzata dei sessantacinque anni sprezzantemente attribuitimi, con la stessa lucidità con la quale ci sono giunto io.