L’Italia , seguendo le linee guida dell’OMS, ha redatto, molti anni addietro, il Piano Nazionale Di Preparazione E Risposta Ad Una Pandemia Influenzale. Ogni singola Regione avrebbe dovuto, a sua volta, adottare un proprio piano regionale operativo. Entrambi i piani necessitavano di essere sottoposti ad aggiornamento periodico e soprattutto occorreva verificare l’efficacia delle misure adottate. A quanto sembra nessuna Regione, anche quelle che vantano un servizio sanitario efficiente e funzionale, si è dotata di tale Piano, trovandosi completamente impreparata di fronte alla pandemia da covid19, che presenta caratteristiche diverse da una normale pandemia.
Recriminare oggi non serve a nulla, ma il coronavirus ha purtroppo evidenziato la fragilità del nostro sistema sanitario dovuta anche ai tagli delle risorse ad esso destinato e l’esistenza di due Italie : l’Italia del Nord e quella del Sud.
Dopo i primi casi di contagio a Codogno ed il diffondersi dell’epidemia in molte regioni del Nord, le Istituzioni locali hanno affrontato l’emergenza, cercando di riscattare con rapidità le tante colpe ed inefficienze di una classe politica che per molti anni sulla sanità ha lucrato e ha sprecato enormi risorse favorendo, in molti casi, quella privata,. In breve tempo hanno allestito nuovi posti letto per gli ammalati di covid 19 ed un nuovo ospedale utilizzando alcune strutture dell’Expo 2015 , reperito, anche se con una certa lentezza, i dpi necessari, previsti nel Piano Nazionale, coinvolto tutto il personale sanitario, gli esperti e tutte le risorse tecniche disponibili.
Le Istituzioni del Sud, purtroppo , anche in base alle informazioni fornite dai mezzi di informazioni locali e nazionali, stentano, forse per cause pregresse e per carenze di risorse e per l’inadeguatezza delle strutture, salvo rare eccezioni, ad affrontare con la dovuta efficacia la pandemia trasmettendo ai loro concittadini insicurezza, sfiducia , paura in caso di contagio dal virus.
Non rappresentare le reali difficoltà esistenti o addirittura nasconderle enfatizzando quello che non esiste non è un buon servizio per i cittadini.
In tal senso è da apprezzare lo sforzo di Emiliano, governatore della Puglia, che con coraggio e semplicità rappresenta e quantifica, fornendo numeri e dati, i reali bisogni di mascherine, respiratori e posti letto della sua regione per affrontare la pandemia. Proprio oggi Jole Santelli, governatrice della nostra Regione, in un suo intervento in una rete televisiva nazionale ha reso note le reali carenze della sanità calabrese, sollecitando il Governo a fornire al più presto i dispositivi mancanti, dalle tute ai ventilatori, fugando la percezione negativa che ogni cittadino calabrese potrebbe avere circa la reale capacità della Regione Calabria di affrontare il coronavirus.
Oggi si richiede solidarietà , compattezza e apprezzamento da tutti i cittadini e dalle forze politiche per tutte le iniziative utili a risolvere il problema della pandemia e le conseguenze economiche che da essa derivano. Si rinunci alle polemiche ed alle immancabili divergenze politiche, verrà il momento di fare un bilancio delle colpe pregresse ed attuali e del perché la sanità calabrese versa in condizioni così pietose .