
Inutile sottolineare il drammatico momento che il nostro Paese sta vivendo: siamo tutti uniti per sconfiggere la pandemia e per sostenere chi è in prima linea in questa battaglia per permettere al più presto di ritornare ad una normalità che siamo convinti arriverà.
Contemporaneamente è necessario però pensare al futuro affinchè non sia più difficile della pandemia stessa e che vanifichi gli sforzi che stiamo sostenendo.
Ovviamente ci auspichiamo, una volta passata questa fase e in totale sicurezza, la pronta ripresa di tutte le attività economiche comprese le attività musicali, culturali, artistiche e di aggregazione sociale.
Siamo però in una fase di grande emergenza e sono apprezzabili gli sforzi da parte del Governo, con la convinzione che tutto è migliorabile e integrabile, ma dare segnali di sostegno in questo momento al tessuto economico e alle famiglie è di grande importanza. Speriamo che i provvedimenti vadano verso una direzione di sostegno ancora più concreto per alleviare le perdite che non potranno mai essere recuperate da parte delle aziende.
“Chiediamo al Premier Conte – afferma Giuseppe Marasco della Rete dei Festival , che raduna oltre 100 tra festival e contest per indipendenti ed emergenti e promoter e organizzatori di eventi dal vivo – di affrontare un’annoso problema che ancora di più diventa pesante in questo periodo storico, in un momento dove la liquidità è fondamentale e si sta ricorrendo a vari strumenti per sopperire a questa mancanza; chiediamo un impegno serio, concreto e immediato per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le aziende e in particolare verso gli operatori culturali, organizzatori di eventi musicali e di spettacolo che hanno completamente ferme le proprie attività e che spesso più degli altri non sono nelle condizioni di intravedere la luce in fondo a questo tunnel”.
Questa è una liquidità per le aziende senza costi, anzi una liquidità che grava da mesi sui bilanci e sulle attività finanziarie degli operatori. Ci sono Amministrazioni che sono in ritardo sia nelle liquidazioni ma anche nelle valutazioni di rendicontazioni su progetti locali, regionali, nazionali ed europei. Tutti i pagamenti del 2019 e 2020 (e sfortunatamente alcuni anche precedenti) confermati per tali aziende e operatori vanno quindi saldati quanto prima affinchè tali saldi non arrivino quando l’azienda è oramai chiusa per fallimento.
Si tratta di risorse finanziarie già spese dalle aziende e già vitali prima dell’emergenza figuriamoci in questo momento. E’ necessario sollecitare e far andare avanti queste liquidazioni anche in un regime di smartworking e sbloccare tutti i pagamenti già rendicontati e ampiamente garantiti dalle prestazioni effettuate.
Inoltre, si invita a fare si che vengano sbloccate tutte le richieste di Iva a credito da parte delle Aziende fornendo a queste tutte le risorse che devono percepire dallo Stato e di procrastinare a fine anno tutti i pagamenti fiscali di ogni genere e tipo (Tari, Irpef, Iva, sostegno ad affitti, etc.) per un settore che deve trovare, oltre a sostegni diretti a fondo perduto per gli ingenti fatturati persi da Marzo e fino a data ancora da destinarsi, anche sostegni diretti come persone fisiche e famiglie al pari dei lavoratori, trattandosi di un settore che gira grazie agli investimenti di tali figure al momento ancora senza sostegni: produttori, editori, organizzatori di festival, fiere, sagre, feste popolari e religiose e contest, promoter e club.
Indispensabile è quindi che tali figure rientrino nei sostegni del Decreto Cura Italia inserendo i produttori, promoter, organizzatori di festival e club , veri e propri motori dell’economia musicale del paese.
Infine, L’invito è di non far precipitare il Paese in un blocco prolungato per troppo tempo (anche dopo l’emergenza) e a porsi seriamente la domanda se decisioni affrettate potrebbero portare non solo a livello economico ma anche sociale, ludico, aggregativo, turistico, culturale e identitario, a danni totalmente irreparabili e irrecuperabili. Sosteniamo e incentiviamo le iniziative che chiedono di SPOSTARE, NON BLOCCARE… Invitando anche i Vescovi, i Parroci, le Proloco, i Comitati, i Comuni, gli Enti e gli organizzatori e promotori a ponderare le loro scelte e a fare la loro parte perchè questo Paese non si fermi.
La filiera produttiva legata a questo tipo di iniziative e manifestazioni rappresenta e si ripercuote su centinaia di migliaia di posti di lavoro ( oltre ai lavoratori diretti composti da promoter, produttori, editori, autori, artisti, interpreti, musicisti,cantanti, dj, vocalist, service impianti audio e luci, tecnici, rider, uffici stampa, videomaker, fotografi, sicurezza e tanto altro anche l’indiretto tra allestitori, impiegati, manovalanze, albergatori, ristoratori, ambulanti, studi professionali, agenti dei diritti, ecc.) che rischiano altrettanto dal punto di vista economico.
Chiediamo anche un impegno concreto e fattivo nella fase di rilancio della “normalità”. La vita sociale e di aggregazione espressa nelle nostre iniziative e attività non può essere soffocata o ignorata considerandolo un bene/servizio secondario o addirittura terziario quando invece siamo di fronte a uno dei più importanti comparti italiani come volano economico e turistico. Chiediamo un impegno di investimenti, di bonus a fondo perduto per le aziende con particolare riferimento alle piccole e micro imprese che sono quelle ad alto tasso di innovazione ma più fragili economicamente e a forte rischio di chiusura, di bonus per la fruizione di concerti e spettacoli dal vivo, di un alleggerimento dei costi da sostenere dal punto di vista delle norme burocratiche e di sicurezza e di agevolare seriamente gli operatori professionali del settore che rappresentano una delle punte di diamante con la musica italiana il vero Made in Italy nel mondo.