L’ultimo numero della rivista internazionale “Poeti e Poesia”, diretta da Elio Pecora, uno dei più noti poeti italiani, dedica ampio spazio a due autori calabresi, due poeti: Francesco Amato, di Cirò Marina, dove è nato nel 1934, morto a Tolmezzo di Udine nel 1994, e Rocco Taliano Grasso, di Cariati.
Proprio quest’ultimo riapre ancora una volta il dibattito sul poeta cirotano con un saggio, “Una lampada sul davanzale”, che ne illustra la poetica, coniugandola con la vita e l’opera, e corredandola di una selezione di liriche scelte dai libri pubblicati, quali “Giorno di collina”, “Questo è il padre e l’uomo”, “Oltre il circolo chiuso”, “Haceldama”, “La rosa e l’ombra”. Taliano Grasso, che ha conosciuto Amato grazie all’amicizia con il fratello Cataldo, ha pubblicato anche nel 2014, in occasione del ventennale della morte, un saggio dal titolo “Francesco Amato – Itinerario nella poesia e nella narrativa” (Ferrari ed.).
Le memorie dell’infanzia e dell’adolescenza nel paese natìo, la dura lotta per il pane, “per vincere la fame / il suo morso di bestia”, e il duro lavoro nei campi al seguito del padre, segnano profondamente il percorso poetico-esistenziale di Amato, imprimendo ai versi una forte intonazione di denuncia e di impegno politico e civile, alla maniera di Franco Costabile. Vibranti e intensi quelli scritti come testimone oculare delle lotte per la terra e per la strage di Melissa nel 1949: “Le madri sciolsero un pianto/ di morte/ e i lunghi capelli corvini./ Eravamo in tanti a Melissa/ quel giorno lontano/ rivelato dai morti”. Infine l’emigrazione, una nuova vita in una nuova terra, il Friuli, in cui il poeta scopre forti affinità con le sue radici calabresi e dove, accanto al lavoro, si fa apprezzare e pubblica tutte le sue opere, cimentandosi anche nella drammaturgia, nella narrativa e nella critica d’arte. Del poeta di Cirò Marina, Taliano Grasso sottolinea come e quanto col tempo si faccia strada nella sua visione una laica, illuminata istanza di fede di chiara ascendenza biblico-cristiana, una lampada che balugina di solidarietà e speranza nella notte buia della storia: “Lascio la porta socchiusa,/ una lampada sul davanzale”.
La rivista propone infine una nutrita antologia di versi di Taliano Grasso, autore poliedrico (teatro, saggistica, narrativa), vincitore del Premio Montale nel 1995, tratti dalle raccolte “Sigillerei le labbra”, “Madama la Levriera” e “La fiaccola di Ewald”, e che pare ormai gemellatosi con il nostro Amato, di cui ricorrerà il trentennale nel 2024.