
Come è noto, l’ordinanza del Presidente della Regione Calabria del 29 aprile u.s. ha anticipato appunto allo stesso giorno 29, rispetto alla data del 04 maggio p.v. prevista nel DPCM del 26.04, la possibilità della vendita a mezzo asporto di prodotti di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie ed agriturismi e inoltre, discostandosi più marcatamente dal DPCM, ha consentito agli stessi esercizi commerciali la somministrazione mediante servizio con tavoli all’aperto, a condizione però che, per entrambe le attività, siano rispettate le non lievi misure anti-contagio previste nell’allegato 1.
È altresì noto che, secondo notizie di stampa, lo Stato si stia apprestando ad impugnare la citata ordinanza regionale nel presupposto che essa violerebbe una norma statale di rango superiore.
Questa Commissione Straordinaria tuttavia ritiene che fintantoché l’ordinanza regionale esiste ed è in vigore se ne debba prendere atto anche nella considerazione che eventuali provvedimenti delle Autorità comunali in contrasto con essa ordinanza avrebbero sicura ragion d’essere solo in presenza negli ambiti territoriali di rispettiva competenza di verificate situazioni sanitarie e di diffusione del contagio che rendano oggettivamente inopportune ed anzi suscettibili di conseguenze negative per la salute pubblica le disposizioni regionali.
In assenza di tali situazioni (e questo è per fortuna il caso di Cirò Marina, dove i casi di contagio restano estremamente limitati, circoscritti e ormai risalenti alle passate settimane), si ritiene che l’Autorità comunale abbia piuttosto il dovere di assicurare che le misure anti-contagio, cui l’Ordinanza regionale ha subordinato la liceità delle attività di asporto e di somministrazione con tavoli all’aperto, siano osservate nella maniera più rigorosa e senza eccezione alcuna, anche nella considerazione che si tratta di misure così stringenti, così limitative e così impegnative anche sotto l’aspetto dell’impegno finanziario che verosimilmente ben pochi gestori avranno la disponibilità di spazi ed anche la convenienza economica di porle in essere.
È in coerenza con le valutazioni sopraindicate che questa Commissione ha già disposto che a cura della Polizia Locale sia impresso il massimo impulso alle attività di controllo intese ad assicurare il più assoluto rispetto da parte degli esercizi pubblici delle regole loro imposte e provvederà inoltre a richiedere alla Prefettura di Crotone di voler disporre che anche gli Organi di polizia statale possano fornire ogni possibile apporto ai controlli in questione, tenuto conto del numero estremamente esiguo di vigili urbani attualmente in organico.
Gli esercenti che decideranno di dar corso alle attività consentite dall’Ordinanza della Regione Calabria sono pertanto sin d’ora avvisati che se non lo faranno nel più completo rispetto delle misure anticontagio cui la stessa ordinanza le ha subordinate si esporranno all’immediata sospensione delle attività illecitamente condotte oltreché, ovviamente, alle non lievi sanzioni previste dalla legge.
Senza contare che per il caso di rilevata, generalizzata e ricorrente inosservanza delle misure previste nell’allegato 1 all’Ordinanza regionale è già pronto e sarà immediatamente assunto il provvedimento inteso ad inibirne l’applicazione nel territorio comunale, provvedimento in quel caso sì pienamente giustificato dall’indefettibile esigenza di non esporre a maggior rischio la salute della collettività.
I commissari fanno come Ponzio Pilato, se ne lavano le mani e minacciano pesanti ripercussioni sui malcapitati che non si atterranno alle disposizioni. Purtroppo non sono gli esercizi commerciali che andrebbero controllati ma la popolazione incosciente. Ieri ho visto frotte di ragazzi in gruppo e senza mascherine.
E sopratutto,come sempre accade in questo “sfortunato”paese,senza alcun controllo da parte di nessuno!