Lettera al mio Paese: quando tornerò!?
Foscolo scriveva: «né più mai toccherò le sacre sponde,
ove il mio corpo fanciulletto giacque…»
perché pensava di non rivedere mai più la patria sua.
Oggi, si dice che non vi siano confini,
che basti un battito d’ali per essere vicini
e per raggiungere la meta desiata e,
infatti, alla mia terra sempre sono tornata,
alla mia casa, nello splendido borgo di Cirò, ubicata,
alla colta Crotone, ivi per breve tempo sono vissuta
e alla mia città natale, Cirò Marina,
ove rimasi ancor più che fanciullina.
Codesta, è in eterno dal mare lambita e cullata
come perla in un’ostrica adagiata.
Tutti e tre questi luoghi persino il sole hanno fatto innamorare,
che si ripromette, in eterno, di coccolare.
Ora, però, ogni passo è divenuto una barriera,
non è un sogno, avvenuto di sera,
che
l’indomani possa scomparire,
è difficile pensare di potere presto ritornare,
così le immagini incantevoli,
solo con gli occhi del cuore
posso rimirare.
Quando ritornavo al mio paese, in qualsiasi mese,
le strade, le case, la chiesa
mi procuravano sempre le medesime sensazioni,
fiumi di irraccontabili emozioni…
Me ne andai lontano,
ma il mio Paese
pesca nel mio cuore
e non si fa dimenticare,
getta l’amo
e io colgo il suo amorevole richiamo.
Or, nonostante il virus-calamità,
vorria poter tornare ancora là,
laggiù, al mio paese,
ov’anche i vicoli
sembra m’attendan con le braccia tese.
Quind’ora ti dico: «Arrivederci e non addio,
caro paese mio!».
Domenica Milena Arcuri Rossi