
Ero arrivato all’ufficio Postale di Cirò Marina da pochi giorni, in quanto promosso venni trasferito da Torre Melissa, e nella turnazione ai tre sportelli abilitati ai servizi al pubblico venni applicato allo sportello dei “Pagamenti”. Tra i tanti utenti, un giorno si presentò un tizio, mai visto prima, che mi chiese di pagargli “u mandato meiu”. Dall’aspetto e dai modi garbati mi resi conto che era una persona riservata e che la sapeva lunga. Quando gli chiesi il documento di riconoscimento lui sottovoce e con un sorriso beffardo mi sussurrò: “Chiedete a Ciccio da posta” cioè al portalettere anziano Francesco Larosa.
Dopo gli accertamenti di rito e accertato i dati personali rispondenti al titolo, pagai senza fiatare.
L’Ufficio postale era ospitato al piano terra del palazzo Mario Siciliani sito in via Vittorio Emanuele
accanto la Chiesa di S.Cataldo e di fronte al negozio di Francesco Torchia, poi Giovanni Torchia, il salone di Giuseppe Pugliese ecc.etc.
Passò qualche giorno e mentre andavamo a bere qualcosa di fresco al Bar “i NISI” lui in bicicletta
passando dal lungomare e a distanza salutò ad alta voce,invocando Ciccio da posta”,che faceva da guida al nostro gruppetto.
Sulla strada del rientro mi rivolsi a Ciccio per chiedere definitivamente notizie sul quel signore che ci aveva appena salutato e Ciccio mi rispose: “E’ quel tizio al quale hai pagato giorni orsono il mandato. Tutti lo chiamano il Capo Mezzotero, in realtà si chiama Giuseppe Mezzotero”, aggiunse, “in quanto è amante di teatro e sa organizzare di tutto con particolare dedizione verso lo spettacolo,il canto e la musica.”
Ponendosi a capo di ogni iniziativa e circondandosi di persone che lo seguivano con tenacia e entusiasmo, questi gli riconoscevano capacità organizzative superiori tanto da appioppargli l’appellativo di “Capo”.
Questa fu la presentazione di Ciccio Larosa.
Con il tempo potei constatare che Ciccio era nel giusto, in quanto notavo giorno dopo giorno che molta gente lo seguiva e che lui era presente nell’ambiente e sapeva stare tra la gente.
Era persona apprezzata, stimata e considerata in quanto sapeva coniugare fantasia con azione e riusciva a vivere in modestia quale amico di tutti: giovani, adulti ed anziani.
Organizzava di tutto e di più e quando nasceva in paese qualche iniziativa in cui lui non appariva ufficialmente tutti sostenevano che comunque esisteva lo zampino del Capo Mezzotero.

Con lui nasce, oltre alla Compagnia Teatrale e il gruppo orchestrale “I CIROS”, “LA RAMPA” un festival canoro riservato a giovani e dilettanti del circondario.
Partita in modo spontaneo, dai contorni artigianali e modesti e con risorse economiche ristrette, in pochi anni assume rilievo regionale e spessore artistico medio-alto, non solo per il numero dei concorrenti ed il valore canoro di ognuno di essi, quanto per l’intelligente intuizione di fare arrivare a Cirò Marina cantanti di rilievo nazionale quali Anna Identici,Mino Reitano, Riccardo del Turco, Jimmy Fontana, Aurelio Fierro, ed altri che qualificavano la manifestazione come bel valore aggiunto ma anche perchè speculare a mobilitare i tanti amatori di musica leggera presenti in tutto il circondario, e non solo, facendo della “RAMPA” un appuntamento di divertimento popolare e di interesse artistico-canoro.
Nell’edizione dell’anno 1968 venni scelto -non so da chi e per quali meriti – quale componente la giuria e con me una squadra di persone amiche e conoscenti alquanto motivate, entusiaste benevolmente interessate alla riuscita del concorso.
Ricordo, tra questi, il Sindaco del tempo Alfonso Mingrone, il giovane studente Nicodemo Filippelli, la signora Anania (moglie del Dr. Mario Siciliani); la signora Adriana Arbitrio (moglie del mio Direttore delle Poste Peppino Amantea); la signora Ioele Borelli (amata consorte di Mimi Vitetti; la signora Maria Nicastri (moglie dell’Avv. Giuseppe Malena); Raffaele Laganà, Cataldo Parrotta, Vincenzo Pirito, Mario Scarpelli, Mimì Sicilia, Dr.Pietro Naty, Francesco Saltarelli, Osvaldo Baffa, Nino Malena e tanti altri che non voglio elencare per non cadere nell’errore di dimenticarne qualcuno, al quale farei grave torto.
Un impegno collettivo e uno sforzo organizzativo considerevoli ripagati dalla presenza di una moltitudine di persone arrivate da ogni angolo della Calabria che vanno a collocarsi in quel kilometro di spiaggia lato Nord (zona “S.Lucia”). Il palco, posizionato in riva al mare, creava inconsapevolmente insieme a quella moltitudine di persone una cartolina bellissima quale cornice allo spettacolo canoro in corso.

Un’esperienza, la mia, gradevole ed uno spettacolo divertente che segna quelle tappe della vita difficili da dimenticare in quanto vissuto in spontaneità e con il ricordo vivo di un riquadro affollato da tanta gente mai registrata a Cirò Marina in passato e prima di quell’occasione, venuta ad applaudire in gruppo e con tifo da curva sud, i propri beniamini della canzone melodica del tempo.
Quell’idea e quella fatica del “Capo Mezzotero”, e dei suoi volontari collaboratori, presto si trasformò in un appuntamento estivo a cadenza annuale che portò alla positiva ribalta Cirò Marina quanto il suo vino apprezzato e la sua flotta marinara.
Ma ha anche il merito di aver avvicinato tanti giovani al canto e alla musica e saputo coinvolgere tante persone, di ogni ordine sociale e di ogni età, trasformandole in un popolo di tifosi accaniti a sostegno del proprio idolo ma anche esercito di uomini e donne costituitesi volontariamente a difesa dell’evento.
In complesso annoto – a distanza di anni – un tempo di vita vissuta dalla comunità territoriale con massimo interesse, entusiasmo crescente e tanto orgoglio che ancora oggi si registra in modo palese tra gli anziani di oggi – giovani di ieri – quale ricordo indelebile.
Ritenuto invece oggi, da tanti giovani, pungolo e incentivante positivo capace di suscitare interesse al fine di favorire un ampliamento della creatività esistente per fare di più e meglio con il pensiero rivolto al passato come esempio positivo di storia vissuta e di successo, ad evitare che la stessa comunità possa cadere in un sonno totale o parziale di coscienza e volontà che potrebbe causare declino culturale e sociale.
Complimenti, anch’io qualche volta ho fatto parte della giuria. Erano bei tempi, li ricordo con affetto e grande nostalgia. Eravamo un gruppo di giovani amanti della musica e stretti da vera amicizia. Alcuni giurati non sono più tra noi. Riservo ancora delle foto di allora e spesso le guardo per non dimenticare.