Sono oltre 1200 persone che meritano rispetto e assistenza e non di essere trattati come cittadini di serie b. Nel 1992, con la legge 210/92 il legislatore italiano, ha istituito un indennizzo in favore di tutti quei cittadini che sono stati contagiati dai virus dell’epatite e dell’HIV attraverso vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni di sangue e somministrazione di emoderivati.
L’indennizzo fu istituito al fine di riconoscere ai soggetti danneggiati in modo irreversibile, un equo indennizzo, ispirato al principio della solidarietà sociale, sotto forma di pensione vitalizia a carico dello Stato che dal 2001 viene erogato dalla Regione.
L’indennizzo consiste in un assegno bimestrale e l’importo dell’assegno è variabile a seconda della gravità del danno e della corrispondente categoria tabellare.
Accade, precisa Santacroce, esponente di forza Italia, che la regione da anni ormai eroga sempre in ritardo dette somme creando gravi disagi ai cittadini che devono sostenere mensilmente spese mediche per le cure e che sono costretti a subire spesso l’incapacità degli uffici preposti di pagare con regolarità ciò che ormai dovrebbe essere standardizzato nelle procedure e nella ritualità dell’operazione contabile.
In Calabria, prosegue Santacroce, sono oltre 1200 i cittadini contagiati dall’epatite o dall’Hiv e che hanno diritto a questa somma che deve essere erogata ogni primo giorno di inizio del bimestre successivo e che invece giunge a destinazione, tra determine, firme digitali, mandati in ragioneria dopo settimane, lasciando scoperto l’intero periodo.
L’appello dell’associazione Emodanneggiati Calabresi e del suo presidente Mendicino Rosina, per i quali Santacroce si è reso portavoce, va dunque accolto e merita di essere con immediatezza risolto.
È opportuno, quindi, che il governo della sanità regionale, ora che ha un nuovo direttore generale, prenda in cura questa esigenza di persone già sfortunate utilizzando lo stesso sistema di pagamento già adottato in modo funzionale da altre regioni ma sopratutto dal ministero, e risolva definitivamente il problema evitando che ogni legislatura e ogni cambio di governo o di funzionari possa pregiudicare un percorso amministrativo che dovrebbe essere ormai collaudato e armonizzato secondo le regole della buona amministrazione.