
Luì forestiero
La migrazione è di per sé un fenomeno affascinante e stupefacente. Lo è ancora di più quando porta sul nostro territorio uccelli venuti da molto lontano, da ambienti talmente diversi da quelli che ci circondano che sembra impossibile che sia potuto accadere. E’ successo per due volte nello spazio di 10 giorni. La mattina del 10 aprile è stato fotografato in località Punta Alice un raro Culbianco isabellino (Oenanthe isabellina), mentre il 19 aprile è stato inanellato il rarissimo Luì forestiero (Phylloscopus inornatus). Ciascun ornitologo insegue nei propri sogni l’avvistamento di una specie rara, accidentale o in pericolo critico di estinzione. Il Culbianco isabellino ( Oenanthe isabellina ) è un piccolo uccello passeriforme precedentemente classificato come membro della famiglia del tordo Turdidae, ma ora è più generalmente considerato un pigliamosche del Vecchio Mondo nella famiglia Muscicapidae. Il nome generico Oenanthe deriva dall’antico greco oenos “vino”e anthos “fiore”. Si riferisce al ritorno del Culbianco comune in Grecia in primavera, proprio mentre fioriscono le viti. È un uccello insettivoro migratore. Il suo habitat è la steppa e la campagna aperta e si riproduce nella Russia meridionale e nell’Asia centrale nel nord del Pakistan , svernando in Africa e nell’India nord- occidentale . È un vagabondo molto raro per l’Europa occidentale. L’identificazione del Culbianco isabellino è resa piuttosto incerta dalla relativa somiglianza con il Culbianco comune (Oenanthe oenanthe), oltre che dalla condivisione degli stessi habitat. Nel Culbianco isabellino i sessi sono simili. Si nutre di invertebrati, che cattura calandosi dai posatoi. Il Luì forestiero mai avvistato in Calabria è stato inanellato a Punta Alice nella stazione di inanellamento e cattura a scopo scientifico, gestita dall’ornitologo Mario Pucci. E’ un uccello minuscolo (può arrivare a pesare al massimo otto grammi) venuto direttamente dalla Siberia. Questo è uno dei più piccoli Luì del Vecchio Mondo, con una lunghezza di 9,5-11 cm e un peso di 4–9 g. Questa specie nidifica in Siberia dal versante orientale dei Monti Urali fino alla Cina e sverna nel Sud-Est Asiatico, spostandosi fino a 5000/6000 km. Si alimenta con insetti e ragni. Frequenta siepi marginali dei boschi, migratore su lunga distanza. Un autentica rarità. Non è timido, ma il suo stile di vita arboreo rende difficile l’osservazione. È quasi costantemente in movimento si pensa che questi uccelli stiano intraprendendo una normale migrazione regolare, in grado di sfruttare il mite clima invernale ai margini occidentali dell’Europa per lo svernamento. L’area di Punta Alice da sei anni stazione di inanellamento e cattura a scopo scientifico degli uccelli, per i risultati raggiunti in ambito ornitologico, è sotto la lente di ingrandimento di tutti gli ornitologi italiani. Se sono stati raggiunti questi risultati il merito è dell’ornitologo Mario Pucci e dei suoi collaboratori Pasquale Bruno e del giovanissimo e promettente ornitologo Giuseppe Candelise. L’impegno delle future amministrazione deve essere quello di far sì che Punta Alice diventi ZPS (Zona di Protezione Speciale).