La notizia è stata ufficializzata dalla stessa azienda che ha informato le segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistyel Cisl e Uilcom Uil. Oltre 3.000 posti di lavoro a rischio di cui più della metà in Calabria. Una scelta che, secondo i sindacati, rappresenta “il culmine di un insieme di incertezze sul futuro che a partire da gennaio scorso hanno visto generare forti preoccupazioni tra i lavoratori. La situazione – per le organizzazioni sindacali – rischia di prendere una piega non prevedibile”. “Abramo Customer care – scrivono i sindacati in una nota – riconduce tutte le responsabilità di questo rocambolesco cambiamento ad un dietrofront da parte delle banche e della finanza che hanno, a suo dire, abbandonato il progetto nelle ultime settimane”. L’azienda nei giorni scorsi aveva anche comunicato ai dipendenti le difficoltà a pagare interamente lo stipendio di settembre. Una situazione di incertezza che coinvolge oltre 3.000 lavoratori tra Calabria (dove il sito di Crotone è quello più numeroso con quasi 1.200 dipendenti), Lazio e Sicilia. Per questo i sindacati “si attiveranno presso il Ministero del Lavoro per l’apertura di un tavolo di crisi che, attraverso il coinvolgimento delle committenze, traguardi un percorso che metta in sicurezza l’intero perimetro occupazionale”.