Avevo promesso a me stesso che non avrei scritto più riguardo alla Sanità, in quanto è argomento troppo spinoso, dove ogni parola può essere fraintesa, molti soggetti possono sentirsi offesi e tirati in causa dalla semplice denuncia di disservizi che coinvolgono le nostre comunità. Ho denunciato nei mesi e negli anni precedenti la mancanza di servizi, l’obsolescenza degli stessi, gli sprechi, e mi sono reso conto da solo di aver intrapreso una battaglia contro i mulini a vento. Davanti al teatro, imbastito in queste settimane, non riesco però a tacere.
La situazione era nota a tutti, politici e cittadini. I cittadini hanno taciuto davanti allo scempio, rendendosi conniventi con il Sistema. Pensavano che la situazione non li riguardasse, come se fossero incolumi ai problemi di salute. L’orgoglio calabro si riaccende ora che il turismo sanitario non è possibile, o almeno in prima battuta e si dovrebbe sperare nel caso in cui i posti nei nostri ospedalo fossero tutti occupati che le altre regioni non si trovino nella medesima situazione. Il Covid-19 riguarda tutta la popolazione e per una volta dovremo battagliare da soli. Le strutture sanitarie private, create da imprenditori scaltri o illuminati (dipende dai punti di vista), a cui negli anni è stato dato potere incondizionato, non possono rispondere alle esigenze sanitarie attuali.
Il Commissario Cotticelli è solo l’ultimo di una serie di commissari, che ha portato allo smembramento della Sanità calabrese. Il servizio di “Titolo V” e le scuse ricevute dal Generale Cotticelli, richieste da Polimeni vigorosamente a “Non è l’Arena”, ne fanno il perfetto capro espiatorio. Il Generale non è un malvagio ma solo un manifestato incompetente, ed è solo l’ultimo di questa specie. Ricordo ancora le opere del Commissario Scura: la dismissione degli ospedali e di alcuni servizi in alcuni Poliambulatori. La Sanità aziendalizzata ci parla di numeri, di cifre, come se una vita, una singola vita avesse un prezzo.
Il Governo, rimuovendo lo stesso Cotticelli, ci invia delle implicite scuse. “Excusatio non petita, accusatio manifesta”, verrebbe da dire. Di fatti il Generale era fortemente quotato dal Movimento 5 Stelle e dal Ministro Speranza, che lo ha nominato e confermato precedentemente, ma anche dalla Lega, in quanto la prima nomina venne fatta dal Governo Conte I.
Quei furbacchioni del PD colgono la palla al balzo per far rimuovere un pentastellato e inserire uno dei loro, il neo-Commissario Zuccatelli, di cui in Calabria non se ne parla come un grande luminare di amministrazione sanitaria. La nomina di Zuccatelli rende più chiaro un certo modus operandi. L’amico del Partito va sempre e comunque sistemato, soprattutto se ha dato una mano in campagna elettorale.
Il ritorno, auspicato dai politici nostrani di ogni colore politico, ad una Sanità di competenza regionale è fisiologico. La stessa richiesta è stata probabilmente la fine politica dell’ex- Governatore Oliverio, che si è incaponito durante tutta la sua legislatura. Lungi da me esaltare Oliverio, ma diamo a Cesare ciò che è di Cesare. Certo è che il Commissariamento lo si deve proprio a delle legislature regionali incompetenti, che avevano portato un sistema allo sfacelo.
La Sanità è sacra, non associabile a colori politici, dove la competenza dovrebbe farla da padrona. Seppur con comprovato ritardo, è ora che i calabresi rivendichino a gran voce e con maggiore convinzione il proprio diritto alla salute. Non siamo figli di un Dio minore, siamo cittadini d’Italia e non colonia. Non mi importa dei numeri, non mi importa delle cifre, mi interessa solo che un cittadino Calabrese possa avere accesso alle cure nel modo in cui ne ha possibilità un cittadino veneto, che il tempo di attesa per essere sottoposto ad un esame non sia biblico, che i medici e gli infermieri possano lavorare in ambienti confortevoli e gli strumenti a loro disposizione li aiutino in diagnosi e terapia.
In realtà non mi importa neppure dei metodi di gestione, così come alla maggioranza dei calabresi, perché nel mio mondo utopico si vivrebbe con la politica molto lontano dalla Sanità.
Alla luce delle tensioni sociali sempre più accese, speriamo che il Governo abbia capito che la gente di Calabria chiede solo di vivere in una Regione normale.
C’è bisogno di tanta gente come te nella nostra povera ma ricca regione….e soprattutto che tutti i calabresi si svegliassero perché è da un po’ che è giorno!!!!