Il nuovo anno scolastico ha avuto inizio tra tante difficoltà e con alcuni “stop&go”, per usare un’espressione alla moda. Poi, finalmente, “Tutti in classe!”, ma solo per alcuni giorni. A conclusione dei lavori di edilizia leggera, di competenza del Comune di Cirò Marina, infatti, la scuola è ripartita in presenza, accogliendo alunne ed alunni del “Filottete”. Per evitare di avere “aule ben piene” è stato necessario disporre di “aule ben fatte” e proprio a tale scopo sono state assegnate dal Governo risorse più o meno ingenti agli Enti locali, anche grazie a fondi europei.
I lavori edilizi sui plessi scolastici rappresentano solo una delle tante tessere che si è reso necessario collocare, con competenza, oculatezza e razionalità, per ricomporre il mosaico assai complesso della condizione in cui si è improvvisamente trovata la scuola italiana, costretta a misurarsi con le difficoltà e le incertezze generate da un virus sfuggente e letale. Alla difficile sfida, cui ci ha costretto la pandemia, non si può rispondere solo costruendo mura e riorganizzando gli spazi. Accogliendo il monito di Edgar Morin, il “Filottete” ha affrontato la sfida della complessità, coinvolgendo l’intera comunità educante nella consapevolezza che l’emergenza, nella sua imprevedibile varietà, ha richiamato il Dirigente scolastico, il Collegio docenti, il Consiglio d’Istituto e tutto il personale scolastico ad esercitare le proprie competenze e ad assumersi le proprie responsabilità elaborando un piano/scenario di risposta che pone le sua fondamenta sul concetto di autonomia ed è essenzialmente di natura didattica. In periodi di emergenza, infatti, si corre il rischio di perdere di vista la mission della scuola, limitandosi alla sola applicazione di regole sanitarie, con l’obbiettivo quasi esclusivo della salvaguardia della salute o alla garanzia del prescritto distanziamento. Riteniamo, invece, che la scuola mai debba abbandonare il suo ruolo di promozione della cultura nei territori: la scuola ha, soprattutto in questi giorni bui, l’obbligo di promuovere la cultura della salute, la cultura della sicurezza, la cultura dell’organizzazione e, soprattutto, la cultura senza aggettivi o partitivi. Per organizzare il rientro in classe e la quotidianità ci sono voluti mesi di studio di norme e decreti, adattamenti e revisioni, mesi di lavoro per predisporre bandi e atti, di continui spostamenti di banchi e lavagne, in poche parole più di cinque mesi di lavoro senza sosta! Dopo la pubblicazione del Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021 è partita una corsa contro il tempo che, come ben ha detto Seneca, non è esiguo se ben impiegato.
In questi mesi ciascuno ha svolto a pieno la sua parte. Il Collegio docenti ha discusso e deliberato sul tempo scuola, sull’orario delle attività didattiche, sul Piano scolastico della didattica digitale integrata; il Consiglio d’Istituto ha predisposto un Regolamento recante misure di prevenzione e contenimento della diffusione del SARS COVID-2; il personale amministrativo, coordinato dal DSGA, ha elaborato bandi e portato a termine acquisti di beni e materiali. Che dire, poi, dei collaboratori scolastici? Hanno spostato arredi e banchi, hanno lavorato anche nei giorni ordinariamente dedicati al riposo, hanno misurato distanze e sanificato ambienti.
Gli attori dell’organizzazione hanno operato anche in ambito extra scolastico: degno di nota l’accordo stretto con la locale Misericordie che ha permesso di regolare gli accessi ai plessi “Don Bosco” e “Ferrari” grazie alla quotidiana opera dei volontari che, con fermezza, hanno vigilato sugli ingressi e distribuito mascherine. Mi sia concessa una riflessione sul ruolo del dirigente scolastico, troppo spesso associato in questi giorni alla parola “responsabilità”, intesa nella sua accezione di obbligo di rispondere della violazione o mancata applicazione di una norma o di una disposizione. Il dirigente scolastico, credo, è stato chiamato ad un compito strategico, dovendo recepire le indicazioni di DPCM, Protocolli e Circolari del Ministero, tradurle in direttive e determine, garantire un efficace impiego delle risorse assegnate, rapportarsi al territorio. In un sistema complesso che, come ha ben spiegato Karl E. Weick, è caratterizzato da “legami deboli”, la “responsabilità” del dirigente scolastico è stata quella di dare esecuzione alle delibere degli organi collegiali, garantire l’applicazione dei protocolli, coordinare i gruppi di lavoro ma soprattutto evitare la deriva verso un modello di scuola dimentico della dimensione didattica, proponendo un continuum di soluzioni alle tante difficoltà che si sono presentate. Tutti insieme abbiamo elaborato poche regole semplici che oggi guidano il funzionamento della scuola e servono nella pratica di ogni giorno. Poi, d’improvviso, lo scenario è cambiato e sembra quasi che il duro lavoro dei mesi estivi sia stato del tutto vanificato. Oggi la scuola continua la sua opera a distanza, nonostante l’impossibilità di incontrarsi fisicamente, pur fra le tante difficoltà di connessione alla rete internet, anche se non tutti possiedono dispositivi informatici adeguati, soprattutto se in famiglia ci sono più figli in età scolare. E’ stato necessario, ancora una volta, adattarsi rapidamente ad un nuovo scenario ed applicare nuovi decreti e direttive, che quasi quotidianamente inducono a modificare decisioni meditate e condivise. Grazie, (ed è doveroso dirlo pubblicamente) ai docenti, al DSGA, al personale amministrativo e ai collaboratori scolastici, veri attori del piano per la ripartenza, in presenza e a distanza. Grazie ai genitori, che hanno ben compreso che la scuola ha sempre lavorato per accogliere i loro figli, pur fra tante incertezze e problemi che hanno indotto non ad un’inversione, ma ad un aggiustamento della rotta in un mare apparentemente calmo, ma sempre minacciato da venti impetuosi…Grazie alle ragazze ed ai ragazzi, alle bambine ed ai bambini, per i loro sorrisi nascosti dalle mascherine o svelati dalle telecamere durante le lezioni on-line, per la loro voglia di incotrarsi e incontrarci a scuola, in presenza, o in aule virtuali. Tanti sono i mesi di scuola che dobbiamo ancora passare insieme; nel corso di questi, tutti continueremo a lavorare per guadagnare il riconoscimento e la stima verso una comunità educante che ha lavorato per la riapertura in presenza e non si arrende, deponendo le armi, quando è necessario adattarsi ad uno scenario in cui è prioritario garantire in primis il diritto alla salute e la sua tutela.
E quest’ultimo scenario, sfuggente ed infido, sta già radicalmente mutando e non ammette soste e riposo. “Filottete” non resterà inerte e continuerà a scagliare le tante frecce al suo arco!