Essere donna, oggi, significa vivere in un mondo in cui è necessario ancora lottare per i propri diritti, al fine di conseguire un miglioramento della condizione femminile nella società.
In virtù delle numerose battaglie compiute dai movimenti femministi, oggi le donne di gran parte del mondo hanno diritto allo studio, al lavoro, al voto, il diritto di partecipare alla vita politica, ad accedere ai pubblici uffici. L’emancipazione femminile è passata negli anni attraverso il sacrificio di molte donne, che hanno visto discriminata la loro dignità di genere, per effetto di un’arretratezza morale, politica e civile; sebbene molti principi di uguaglianza tra i due sessi abbiano avuto un riconoscimento giuridico, le discriminazioni di genere continuano a sussistere nella società moderna, tuttora intrisa di un carattere machista e maschilista. Tale mentalità dimostra essere, inevitabilmente, terreno fertile per il diffondersi di un fenomeno endemico quale è la violenza sulle donne, che si manifesta sotto diverse forme: violenza sessuale, violenza fisica, violenza economica, stolking.
Numerose sono le iniziative da parte delle istituzioni e di varie associazioni, che mirano a contrastare questa piaga sociale, ma molto spesso, i proggetti e le campagne di sensibilizzazione non hanno un seguito nel lungo termine e non vedono applicati i principi che promuovono. E’ necessario fare fronte comune in tutti gli ambiti: scuola, famiglia, chiesa, istituzioni e imprimere nelle nuove generazioni l’educazione di genere, ossia l’educazione alla differenza e al rispetto dei due generi e al rispetto reciproco delle peculiarità.
Consci che si tratta di un processo culturale lungo e difficile, tutti dobbiamo muoverci nella stessa direzione, ossia verso un cambio di mentalità; un’evoluzione del concetto di donna che può e deve essere attuato, se vogliamo porre fine a questo terribile stillicidio.
Iniziamo, intanto, a imparare ad esprimerci con rispetto, sia nel dialogo quotidiano che nei social e smettiamola di utilizzare espressioni linguistiche che etichettano, denigrano e stereotipizzano! L’uso di un linguaggio inappropriato, soprattutto da parte dei media, non fa che consolidare e, addirittura, aggravare forme di pregiudizio nei confronti delle donne, allontanando sempre più il superamento di quel gap di genere, per il quale tante battaglie e tanti sforzi devono ancora essere fatti.
Sono molte le donne che, tutt’oggi, non ricorrono alla giustizia per risolvere i loro problemi di violenza domestica, perché temono che il loro grido di aiuto non verrà ascoltato e hanno paura di eventuali ritorsioni da parte dei loro aguzzini.
La disciplina penale, recentemente, ha fatto grandi passi avanti nella tutela delle donne vittime di violenza; basti pensare all’istituzione del Codice Rosso, con il quale vengono adottati, più celermente, provvedimenti a tutela delle vittime.
Tuttavia, se continuiamo ad essere testimoni impotenti di eventi come quelli accaduti oggi – due donne, rispettivamente del Veneto e della Calabria, massacrate e uccise – forse dobbiamo interrogarci su cosa stiamo facendo o meglio, non stiamo facendo e che andrebbe assolutamente fatto per prevenire tali atrocità. Certe situazioni andrebbero individuate in modo precoce per poter intervenire in tempo. Un non stop alle campagne di informazione potrebbe agevolare una maggiore consapevolezza e quindi far emergere condotte sbagliate.
Certo è che va trovato un modo per contrastare la solitudine delle donne vittime di violenza, e intervenire prima che sia troppo tardi; di fatto “il femminicidio è una violenza estrema da parte dell’uomo contro la donna “perché donna” in cui la violenza è l’esito di pratiche misogine”e se il dilagare del fenomeno di violenza sulle donne aumenta piuttosto che diminuire, il fallimento va ricercato ovunque si poteva operare con mezzi idonei e non si è fatto!
La colpa non è mai di una minigonna, di un’uscita in un luogo isolato, a tarda ora; la colpa non è nel tradimento, né ci puo essere attenuante per la gelosia!
Ogni donna deve potersi sentire libera di esprimere se stessa e la propria femminilità; ogni donna deve potersi sentire libera di concedersi o non concedersi al proprio partner; ogni donna deve potersi sentire libera di tirarsi indietro, anche all’ultimo momento di un rapporto sessuale, occasionale o non, senza la minaccia di una violenza e di una colpa che non ha!
Quando impareremo tutti a non giudicare le donne, in quanto padrone della loro vita, della loro sessualità e del loro ruolo nella società, avremo compiuto un passo avanti nel raggiungimento di quello che deve essere un obiettivo sociale fondamentale: “L’eliminazione di ogni differenza di genere”.