Si tratta di un esempio avanzatissimo di robotica applicata alla riabilitazione che permette a chiunque abbia perso la funzionalità delle gambe di tornare praticamente a camminare. La comunità scientifica internazionale è concorde sul fatto che il suo impiego nella riabilitazione permetta di raggiungere risultati altrimenti impossibili, anche grazie alle forti ricadute psicologiche del suo impiego. Ed è per questo suo valore assoluto che l’Istituto crotonese ha deciso di dotarsene – uno dei pochi in Italia, il secondo nel Mezzogiorno. Ekso è stato scelto dalla direzione dell’Istituto S. Anna per incrementare i dispositivi tecnologici per la riabilitazione che la struttura mette a disposizione dei suoi pazienti, seguendo il faro che guida tutte le scelte dell’istituto: mettere il paziente al centro di ogni percorso di riabilitazione, che viene adattato e personalizzato su ciascuna esigenza specifica.
“Ekso si può rivolgere a pazienti che hanno avuto un ictus – spiega il primario di Riabilitazione dr.ssa Maria Quintieri – a pazienti anche molto giovani che hanno avuto disturbi del midollo per cui hanno perso l’uso della gambe, a pazienti che hanno Parkinson o altre malattie degenerative e che quindi non hanno una deambulazione funzionale”.
“Questo esoscheletro – aggiunge l’ing. Loris Pignolo, coordinatore delle tecnologie innovative dell’Istituto – va ad arricchire l’offerta riabilitativa ad altissima tecnologia della nostra struttura, che ormai da molti anni investe risorse ingenti nella ricerca e nella robotica applicata alla riabilitazione”.
Davide Proserpio, fisioterapista Emac, spiega cos’è e come funziona Ekso: “L’esoscheletro ha 4 motori, che permettono di flettere ed estendere le anche e le ginocchia per aiutare il paziente durante il cammino, con modalità ed intensità modulabili a seconda delle sue specifiche esigenze. Si va dal sostegno completo a chi praticamente non ha più l’uso delle gambe, al sostegno sempre più ridotto a chi procede nella riabilitazione; nelle ultime fasi del recupero l’esoscheletro può addirittura opporre un pochino di resistenza per aiutare il rinforzo muscolare”.
Subito dopo averlo indossato per la prima volta, il signor Mario Zagari, paziente ricoverato presso l’Istituto S. Anna, spiega le sue sensazioni: “Credevo che avrebbe fatto tutto lui, e invece la cosa bella è che mi ha reso partecipe di questa esperienza. Ho provato di nuovo le sensazioni del camminare, con il suo aiuto, certo, ma con le mie gambe. Immaginavo che la mia sarebbe stata un’azione passiva, ma così non è stato: ci siamo divisi il compito, ed Ekso è stato una sorta di istruttore. A livello psicologico, poi, è uno strumento importantissimo, perché il fatto di poter fare nuovamente funzionare articolazioni e muscoli ti dice a livello psicologico che puoi reagire alla tua situazione”.