Nel Consiglio comunale del 30 novembre, dopo la disamina concernente l’emergenza causata dall’evento alluvionale, che nei scorsi giorni si è totalmente abbattuto nella città, è intervenuto il capogruppo consiliare Iginio Pingitore di “stanchi dei soliti”, il quale dopo aver ringraziato il sindaco Enzo Voce e il suo staff, le Forze dell’Ordine, i vigili del Fuoco, la Protezione Civile e tutti quelli che si sono adoperati per far rialzare la città, ha fotografato un po’ la situazione attuale: strada allagate, case, uffici e depositi, aziende e attività commerciali.
Si è rivolto allo stesso ente di cui fa parte dell’Amministrazione, affinché d’ora in poi non si assista più a questi tristi scenari, ma occorre fin da subito monitorare il territorio, manutenzionare e gestire con prontezza i fiumi, canali e torrenti, soprattutto nei quartieri, dove oggi si sono maggiormente popolati; alcuni sono situati in prossimità di diversi canaloni di scolo delle acque piovane e addirittura vicino i torrenti, che nell’ultimo alluvione sono riemersi dal sottosuolo provocando enormi danni.
Una storia che periodicamente si ripete e rievoca la giornata di quel 14 ottobre 1996, e quella dell’8 ottobre dello stesso anno (spesso dimenticata), che provocò lo straripamento del torrente Passovecchio e l’allagamento dell’intera zona industriale. L’Amministrazione regionale affidò ad alcuni professionisti del luogo, uno fra cui, l’ing. Antonio Bevilacqua, la redazione dei progetti preliminari ed esecutivi per la sistemazione e regimentazione dell’acqua a monte del fiume Esaro e Passovecchio, la messa in sicurezza idraulica del centro di Crotone, dove con le prime piogge si allaga a causa della scarsa manutenzione della rete idrica e fognaria i canali vetusti per la raccolta dell’acqua bianca. Nell’immediato occorre una seria opera di disostruzione delle intere condotte e il riordino degli impianti di sollevamento.
A Crotone dopo l’alluvione del 1996 furono assegnati ben 200 milioni di euro per realizzare tutte le opere, affinché potesse far defluire le acque attraverso il piano denominato “ Versace “, che, di fatto, fu quello redatto dei professionisti crotonesi. Dopo oltre 24 anni, non tutto è stato edificato, gran parte del quale dovrà essere realizzato per far fronte definitivamente all’annoso problema crotonese. Pingitore chiede l’immediato bisogno di ricorrere ai finanziamenti promessi dal Governo mediante il ministro Boccia e dal Presidente della regione Calabria F.F. Spirli, per realizzare le seguenti importanti opere:
- Tre vasche di laminazioni sugli affluenti del fiume Esaro ( Carbonara- Migliarello, Tufolo-Esposito e Campanaro-S.Anna;
- Una vasca di laminazione nei pressi del torrente Passovecchio;
- Allargamento della sezione del fiume Esaro nel tratto urbano della città dal ponte di Via Mario Nicoletta a quello della strada Consortile;
- Realizzazione della scogliera a mare per la protezione del fiume Esaro;
- Realizzazione del cavalcavia e cavalcaferrovia di Gabelluccia e poggio pudano.
L’ente può essere finanziato con i Recovery Fund, attraverso la regione, in un programma d’interventi infrastrutturali alla mitigazione del rischio idrogeologico da inserire nel Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza.
Pingitore ha chiesto anche di inoltrare istanza allo stato affinché si possa ottenere un abbattimento dell’IMU per i titolari di capannoni, che a causa della crisi sono chiusi da diverso tempo.