Santoianni: un alto grande evento annullato, giustamente, per la pandemia ancora in atto. Serve ripensare il modello di promozione dell’eccellenza regionale
«La decisione assunta ieri da Veronafiere di posticipare al 2022 l’edizione del Vinitaly che si sperava di poter celebrare in giugno è la dimostrazione ormai consolidata che anche quest’anno le fiere del settore agroalimentare sono a rischio. Anche quelle pensate per la seconda metà dell’anno. E’ dunque urgente e necessario creare una cabina di regia per il settore della promozione riferito alle eccellenze regionali che permetta al comparto di continuare a dialogare con il grandissimo numero di operatori nazionali ed internazionali». Giuseppino Santoianni, presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori, si esprime così dopo l’annuncio di Veronafiere arrivato nella giornata di ieri e sollecita la giunta regionale e l’assessorato all’agricoltura guidato da Gianluca Gallo per convocare al più presto un tavolo di confronto con le rappresentanze del settore al fine di avviare una strategia comune per continuare a «presentare i nostri prodotti» al mondo dei buyers e dei mercati esteri per non rischiare di «aggiungere altri danni economici ad una filiera che ha già subito il peso di questo ultimo anno di pandemia».
«La decisione assunta ieri da Veronafiere, benchè dolorosa va nella direzione giusta – ha aggiunto Santoianni – alla luce dei dati ancora non proprio rassicuranti rispetto all’epidemia in atto nel Paese e nel resto del mondo. Ma ora c’è bisogno di dare sostegno e sicurezza di competitività sui mercati internazionali per i nostri produttori».
Alla luce delle decisioni assunte ieri per il Vinitaly rischiano di saltare anche gli altri grandi eventi prossimi o restano con un punto interrogativo sul loro svolgimento momenti di promozione come il Marca, Cibus, Macfrut e tanti altri. «Se è difficile programmare a medio termine il nodo fondamentale è proteggere gli investimenti dei produttori, ragionare insieme su una campagna di comunicazione e promozione che raggiunga i mercati esteri, consolidi le nostre produzioni a livello internazionale e spinga i produttori a fidarsi dell’export come canale di vendita che aiuti la sopravvivenza in questo quadro drammatico che ancora perdura».