Gli anziani, indubbiamente, sono stati i più colpiti dal Coronavirus. Hanno pagato il tributo più alto in termini di vite umane, sia per la fragilità connessa con l’avanzare dell’età, sia per il depotenziamento del sistema sanitario nazionale”. Lo ha sottolineato Angelo Santori, segretario nazionale dell’Anpa, l’associazione che riunisce i pensionati di Confagricoltura, ricordando l’impegno del Coordinamento nazionale del Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo (Cupla), che aveva più volte evidenziato l’importanza di sviluppare i servizi dedicati alla non autosufficienza, alla solitudine e all’isolamento degli anziani.
“In una recente lettera al ministro della Salute – ricorda Santori – proprio il Cupla aveva rimarcato come la sanità pubblica e la medicina territoriale, in molte regioni, siano state per anni trascurate e depotenziate, mentre invece l’esperienza ha dimostrato la fondamentale importanza del ruolo dei medici di famiglia e della presenza dei presidi medici anche nei piccoli comuni”. Certamente sarà necessario che il Recovery Plan sviluppi i servizi dedicati alla non autosufficienza, alla solitudine e all’isolamento di chi non è più giovane. Il Coordinamento ha stilato un puntuale documento che contiene le proposte per il dopo pandemia, che approfondiscono, nel dettaglio, gli aspetti riguardanti la salute, l’assistenza, la disabilità, il campo sociosanitario, l’invecchiamento attivo e l’inclusione, senza dimenticare la questione reddituale.
“Scontiamo anche – conclude Santori – il mancato investimento sull’assistenza domiciliare. L’Italia ha una delle percentuali più alte al mondo di anziani, che sono la nostra memoria e la nostra storia e vanno assistiti, rispettati, curati e preservati”.