Se a Crotone i venti sono favorevoli per far girare le pale eoliche, la mia contrarietà è misurabile a quella equivalente a un uragano. – scrive Pingitore – Ho già più volte espresso attraverso i media locali e sul profilo facebook la mia posizione a qualsiasi ipotesi per la realizzazione di parchi eolici offshore. Quello che ci viene richiesto a Crotone dalla società REPOWER RENEWABLE con sede a Venezia è il rilascio della concessione demaniale marittima di un tratto di mare vicino alla costa della città in una superficie complessiva di ben 87.485.054 mq con 33 turbine eoliche.
Pur se essendo io e il mio gruppo consiliare favorevoli alle rinnovabili, fra l’altro, consapevoli anche della necessità di raggiungere ottimali obbiettivi in materia di produzione di energia alternative per contrastare la crisi climatica in atto e per aumentare l’indipendenza energetica del nostro Paese, non si può neanche pensare di sacrificare un territorio che ha già dato tanto dal punto di vista ambientale, l’installazione di pale eoliche galleggianti alte circa 250 metri dal livello del mare sarebbero fortemente impattante per il paesaggio e l’ecosistema marino e non si può non tener conto anche dei danni che subirebbero le nostre marinerie.
Un impianto off-shore aggiunto alle attuali piattaforme ENI e al parco esistente in terra (il più grande d’Europa) comprometterebbe seriamente diversi settori della città. La svolta del rinnovabile non può passare attraverso simili investimenti, che in questo lembo di terra spegnerebbe veramente ogni ipotesi di sviluppo sull’economia turistico-balneare e sui progetti legati all’antica Kroton, dove il mare rappresenta il passaggio della gloriosa storia di Pitagora e della Magna Graecia. L’area costiera è uno dei tratti più caratteristici e identitari della nostra città, non può subire ulteriori deformazioni. Inoltre, è presente l’Area marina protetta di Capo Rizzuto che necessita piuttosto di ogni opportuna misura di conservazione e tutela di alcuni habitat di grande rilevanza.
Conosciamo bene come è stato sfruttato il nostro territorio in quasi mezzo secolo, le risorse di metano corrispondono al 16% del fabbisogno nazionale e nonostante tutto il costo di fornitura non è stato mai inferiore rispetto ad altre realtà. Non parliamo delle ricadute sulla città, che in termine di qualità della vita è il più basso d’Italia.
Il sindaco ha dato disposizioni agli uffici del comune per presentare tecnicamente le osservazioni e opposizioni a difesa del territorio, mi consola, anche, il fatto, che non si riscontra nessuna posizione favorevole dagli altri gruppi politici in Consiglio Comunale, tuttavia, io non demorderò mai sulla questione per difendere un territorio più volte violentato e devastato.