I numeri dei decessi, quelli degli espatri, i massacri senza nome, su tutto il territorio uccraino, bombardamenti di ospedali e fosse comuni. E’ guerra anche di cifre tra autorità russe e ucraine. Dal 24 febbraio, giorno dell’inizio del conflitto con la Russia, sono circa oltre tre milioni i profughi ucraini arrivati in Polonia, secondo la guardia frontiera polacca e da lì verso altri paesi dell’Unione Europe, fra i quali L’Italia. Qui abbiamo raccolto le dichiarazioni, il racconto, lo stato d’animo di una delle tante storie, vittime di questa intollerabile, disumana, guerra nel cuore dell’Europa. Una guerra che recita tutti i giorni un solo copione che evoca morti, fiamme, distruzione, sopraffazione, violenza, intolleranza, dolore. E’ alle porte dell’Europa, in Ucraina e, inevitabilmente, vede coinvolte famiglie, donne, anziani, bambini, padri e madri, giovani, strappati ai loro affetti, alle loro consuetudini e abitudini, alle loro case, alla loro voglia di vivere la loro vita da persone libere. Anche se distante, l’Italia per le molte presenze di ucraini che da anni sono sul nostro territorio, perfettamente integrati, o comunque in cerca di una vita più libera e aderente ai loro sogni e desideri, inevitabilmente è coinvolta se non direttamente, indirettamente ma emotivamente, socialmente, anche con pesanti ripercussioni economiche. Un Italia impegnata, dopo la pandemia ad affrontare anche questa tragica guerra. Nonostante ciò, l’Italia si fa trovare pronta e raccoglie e invia beni di prima necessità, sottoscrizioni di raccolta fondi, accoglienza di rifugiati e tanto altro ancora. Fra questi rifugiati, scappati dalla loro città, lasciando casa, marito, genitori e familiari, a Cirò Marina ha potuto ricongiungersi con la sorella, la moglie e la figlia del vice sindaco di Mariupol, oggi nostra concittadina, sposata e madre di due bambini. Tanja e Juna, questi i loro nomi. L’ha accolta, proveniente da Varsavia, in Polonia e poi in aereo a Bari, la famiglia della sorella, che come dicevamo vive a Cirò Marina, dove fra l’altro è presente una nutrita rappresentanza di ucraini. Dopo qualche giorno durante il quale si sono chiuse in un triste e riservato dolore, abbiamo potuto ascoltare quanto ci hanno riferito sullo stato della situazione a Mariupol in particolare, rilasciandoci alcune riflessioni e dichiarazioni. Ecco cosa ci dicono e ci raccontano: “La Francia ha investito nella costruzione di un impianto di filtrazione dell’acqua, oggi distrutto. Gli italiani stavano sviluppando il progetto del più grande parco acquatico dell’Ucraina, ma è arrivata quasi improvvisa la guerra, portata da persone che fino a ieri consideravamo fratelli, i Russi, distruggendo tutto.. L’esercito Russo, ha completamente distrutto la città e continuano a farlo con metodica crudeltà, circondando la città da tutti i lati, non lasciando passare convogli umanitari e non lasciando uscire i civili. Le persone sono sdraiate o sedute negli scantinati da più di 13 giorni, senza comunicazione, luce, calore, acqua e cibo. Tutti i negozi sono stati bombardati o saccheggiati. L’acqua viene raccolta dalle pozzanghere, la neve si scioglie, mentre fuori la temperatura è a meno 6 gradi. I Vecchi e i bambini sono in trappola da settimane, Con le lacrime agli occhi, continuano a dire, grazie alla traduzione della sorella perfettamente integrata, non ci sono le risate dei bambini ora – solo lacrime, sangue e dolore. Le case vengono distrutte. Molti sono rimasti sotto le macerie. Stanno attaccando con gli aerei ogni mezz’ora. Più di 100 bombe aeree sono già state sganciate su una città che fino a qualche mese fa era serena e aveva tanta voglia di migliorare, in pace. I bombardamenti e altri cannoni pesanti non si fermano. Mariupol in fiamme – non c’è¨ nessuno che spenga gli incendi. In questi giorni sono morti già 2187 civili. I cadaveri giacciono per le strade, tra i bombardamenti vengono raccolti dai vicini e sepolti nei cortili in fosse comuni. Cosè¨ questo se non genocidio?! Quello che sta succedendo a Mariupol ora è l’inferno, l’inferno in Europa nel 21° secolo.!!
Gli chiediamo come ricevano queste informazioni.
Di tanto in tanto riusciamo a sentirci telefonicamente con mio marito, il vice Sindaco di Mariupol, che insieme al sindaco e a tutto il consiglio di guerra, sono rimasti li ad aiutare il loro popolo. Ci dicono che stanno provando ad aprire un cordone umanitario per portare viveri e altro alla popolazione, ma lo sbarramento dei Russi lo impedisce.
Da qui la richiesta di Tanya: “CHIUDETE IL CIELO, VI PREGO! I Russi non possono passare con la fanteria, quindi bombardano brutalmente e cinicamente dal cielo. Se io e mia figlia non avessimo deciso subito di partire, dopo i primi due giorni di bombardamenti, ora saremmo seduti in uno degli scantinati, sotto l’eco del suono di proiettili che esplodono, pregando che tutto finisca. Ci consideriamo fortunati, perché anche se con il dolore e la tristezza nel cuore, non subiamo e viviamo la violenza di questa guerra, che invece vivono i nostri concittadini che ancora oggi sono sotto i bombardamenti e, tra questi, anche i miei genitori, mia madre e mio padre, che nei primi giorni di guerra riuscivano a comunicarci dal bunker di essere in vita. Oggi sono circa dieci giorni che non abbiamo più notizie, Mariupol sembra chiusa sotto una cappa impenetrabile. Vogliamo che il mondo intero sappia cosa sta realmente accadendo in Ucraina, nella mia città . C’è una guerra, una vera guerra. Il mondo intero può fermare il “tiranno pazzo”, così lo chiama, perché lui non si fermerà e non gli basterà conquistare l’Ucraina. Conosco e amo la lingua ucraina, parlo russo da tutta la vita. Nessuno mi ha mai impedito di farlo. E poi si rivolge ai “fratelli Russi” così li chiama consapevole che loro non avranno pietà e non si fermeranno ma, dice, ancora, loro dovranno preparasi a salvarsi dalla gente Ucraina, perché non potranno mai essere perdonati per quanto hanno fatto e stanno facendo alla mia gente.
Ascoltando quanto ci hanno riferito, riusciamo con difficoltà a trattenere una forte emozione. Le loro lacrime, la sofferenza per un marito rimasto a combattere, genitori chiusi in un bunker, se non già morti, la loro casa e i loro affetti andati distrutti, le sofferenze patite dai loro amici e concittadini e tutto il popolo ucraino, i bambini morti, l’ospedale distrutto e quanto ancora dovrà succedere, ci lasciano basiti e senza parole. Quale sarà il loro futuro, bisognerà ancora scriverlo. Intanto ringraziano la famiglia della sorella che li ha accolti e messi al riparo e quanti si sono spesi e si stanno spendendo per il popolo ucraino.. Poi bisognerà affrontare oltre che l’oggi anche il domani. A tal proposito, dopo la riunione in prefettura con tutti i sindaci della provincia sono state emanate le linee guida per come censire e aiutare i tanti cittadini fuggiti alla guerra, un impegno che dovrà vedere coinvolte le Istituzioni, i cittadini, le Associazioni e tutto il Terzo settore.
Ma chi potrà restituire ai milioni di ucraini la serenità e la pace che hanno irrimediabilmente perso? La risposta sicuramente non è “con le armi”, ma molto potremo fare tutti se insieme grideremo, pace, se tutti insieme spingessimo i governi a smilitarizzare gli stati. Se alla parola guerra sostituissimo una volta per tutti, la parola pace, tolleranza, libertà.