Il passaggio di civiltà in terra calabra ha lasciato, in ordine spaziale e temporale, rimarchevoli orme, segni, monumenti e testimonianze mirabili, anche nel folclore e nelle parlate attuali delle nostre comunità locali.
Sotto tale aspetto, il “Dossier” ha mirato ad evidenziare il notevolissimo contributo di ricerche e studi, altamente qualitativo, dato da autorevoli esponenti del Mondo della Cultura Calabrese.
Un ruolo, oggettivamente importante, svolto da questi nostri conterranei e che, viceversa, ci è sembrato essersi “sbiadito” e “depresso” sotto la spinta di “mode ”, proprie della società contemporanea.
D’altro canto, in merito a questi manifesti quanto opinabili aspetti comportamentali, già il Saraceni (1926), riprendendo un pensiero del generale Manselli, autore del volume “Gli Italiani del Mezzogiorno”, con profonda amarezza segnalava che “i meridionali sono stati sempre corrivi ad esagerare l’ammirazione, le condiscendenze, i convenevoli, l’affetto verso gli Italiani di altre regioni” e verso, aggiungiamo noi, uomini e cose d’oltralpe ed oltre oceano ”
e tutto ciò è avvenuto “a discapito degli interessi del proprio paese e della dignità propria, per una sorta di malinteso senso cavalleresco”.
Su queste sostanziali considerazioni, si è inteso dare, così, tributo e riconoscimento significativo ai tanti, tantissimi Nostri Lucifero da Crotone, T. Bartoli, G.B. Marzano, Domenico Raso, Domenico Caruso, A. Gradilone, G. Rogliano, G. Brasacchio, Angelo Di Lieto, Ulderico Nisticò, Raoul Elia, Franco Ferlaino, Antonio Iannicelli, Antonio Nicoletta, V. Crispino ecc.,
nonché alle altrettante numerose e splendide Patrizia Spaccaferro,Milena Manili, Francesca Ferraro, Rosa Caruso valente studiosa e ricercatrice da Cirò Marina ecc.ecc. che, come solari epigoni di una millenaria civiltà e cultura anche pedagogica in terra Calabra, hanno onorato ed onorano quel complesso e delicato Mondo dell’Istruzione e della Scuola, fondato su una sana quanto determinante crescita morale ed intellettuale delle giovani generazioni.