“Se solo i nostri occhi vedessero le anime invece che i corpi, quanto sarebbe diversa la nostra idea di bellezza!” (Frida Kahlo).
È da questa frase che voglio partire per esprimere quanto ha suscitato in me la lettura dell’ultima pubblicazione della scrittrice crotonese Carmela Mantegna IL CLUB DI PERA, IMPARARE A PRENDERSI SERIAMENTE IN GIRO.
È un libro che ho letto tutto d’un fiato, per la semplicità con la quale è scritto e per la trasparenza dei sentimenti che trasmette.
Ma l’anima non è visibile, è sacra, ed è pertanto custodita in un tempio, il corpo.
È il bambino che vive in ognuno, che non è l’essere piccolo, ma il “divino” che abita in noi, Dio.
La nostra diversità, intesa non come il fuoriuscire dagli schemi dell’omologazione, che rappresenta poi il limite della mente umana, ma la diversità intesa come varietà di bellezza dell’essere umano, come dono di Dio.
Per richiamare il titolo del libro, siamo come un campo di alberi da frutto, ognuno con la sua forma, colore, sapore, profumo. È la ricchezza che ognuno di noi può donare, senza lasciarsi trasportare o dominare dall’esteriore, che è solo l’espressione delle nostre insicurezze.
Non possiamo noi fare dei nostri limiti argini che chiudono, ma dobbiamo concretizzarli e farne strade che aprono.
Ridere di se stessi è sorridere alla Vita.
L’umiltà di accogliersi non è rassegnazione ma gioia della preziosità che siamo.
L’autrice del libro è per me grande esempio di Vita che continua negli anni a essere maestra di saggezza. Quando lei parla, scrive, è come se si inginocchiasse dinanzi ad un bambino, non per abbassarsi alla sua altezza ma per elevarsi alla sua sapienza. Grazie Prof.
