“Inseguendo la vita”, che rappresenta l’ esordio nel campo della prosa, è l’ultimo lavoro di Orsola Siciliani, autrice anche di numerose opere poetiche, che ha speso tutta la sua carriera lavorativa all’insegnamento nelle scuole superiori. Forte di una formazione umanistica, come si legge nelle sue note, ama i classici e la letteratura e vive profondendo il suo impegno per il sociale e la scrittura, in particolare per la poesia. Le sue liriche, scaturite dal profondo dell’anima,, sono intrise di sofferenza e umanità e affrontano temi che guardano la realtà: la violenza sulle donne, la solitudine degli anziani, la condizione degli immigrati, ma si interrogano anche sul senso della vita, cercando risposte. Ha già ricevuto numerosi riconoscimenti e oggi presenta nella sua città l’ultimo lavoro, appunto: Inseguendo la vita. Un libro nel quale racconta la storia di Anna, una donna abituata a combattere e lo fa come donna e come insegnante, lottando ogni giorno contro le inefficienze del sistema scolastico, ma anche contro i fantasmi del suo passato, che pur felice e sereno, comunque è stato privo di quegli effetti adrenalinici che lasciano spazio ai sogni. Un romanzo dove, “l’amore e la vita vincono sempre” come è stato detto. Un romanzo introdotto nella sua presentazione, davanti a un numerosissimo pubblico, presso un noto locale della città, dall’amica, anch’essa insegnante, Assunta Madera, che ha incalzato l’autrice facendole scoprire le sue intime aspirazioni e intenzioni nello scrivere questo romanzo. Un messaggio, come è emerso dalla presentazione, “che sono un invito alle gioie della vita, alle cose piccole che sanno essere grandi, senza rimpiangere vite non vissute ma, apprezzare ciò che si ha, “senza inseguire la vita, ma viverla abbandonandosi ad essa con le sue gioie e le sue amarezze”. Il libro, edito da Rubettino, casa editrice presente alla presentazione con lo stesso editore, Florindo Rubettino, che negli anni è riuscita a imporsi come punto di riferimento imprescindibile per quanti a vario titolo si occupano di economia, politica e scienze sociali, stimolando le giovani produzioni anche nella nostra Calabria, “è un testo semplice, vero, realistico e coinvolgente con un messaggio di positività.” La trama, come si legge nella prefazione di Rosa Maria Romano, parla di Anna appunto, “una donna che ha scavato una buca dentro di sé e qui ha nascosto i suoi bisogni: rompere i lacci di un paese che le sta stretto, congelato in un’atmosfera di falso moralismo, vivere pienamente un amore che ha dato un senso alla sua vita, una volta, tanto tempo fa, quando giovane universitaria aveva conosciuto Paolo. innamorato anche lui, ma tutto preso dalla voglia di fare carriera. E le loro strade si sono separate… La cicatrice di una vita che non ha vissuto. Il segno della violenza che Anna e tante altre donne, come lei, hanno fatto, proprio loro, a sé stesse, traspare, sommesso, da un’analisi introspettiva che l’Autrice, con la sua sensibilità, propone in uno stile semplice, coerente, essenziale, costruito su scelte sintattiche e lessicali che attingono al quotidiano. La piacevole serata è stata allietata dalle performance del tenore Federico Veltri, dalla soprano Ianni e una giovanissima Mingrone al violino, il tutto sulle note al pianoforte Gianluigi Borrelli. Un’ apericena nel noto locale Max della città ha concluso la serata, offrendo momenti di scambio culturale e approfondimenti e lanciando forse, dentro la riflessione di ognuno, la domanda: si può vivere senza passato? …comunque la vita và vissuta.