
“La scuola come «argine contro le derive sociali e culturali» ha il compito di valorizzare le esperienze, gli interessi, le diversità degli alunni, muovendosi in un’ottica di rete con il Territorio, con un approccio sistemico capace di promuovere il dialogo, lo scambio di competenze, grazie a metodologie e ad attività curriculari ed extracurriculari in grado di elevare il livello culturale e il benessere dei propri alunni. Potenziare la motivazione all’apprendimento con iniziative di questo tipo è una strategia vincente per la riduzione e per la prevenzione della dispersione scolastica e, con essa, del disagio giovanile”.
Con questa premessa imprescindibile, la Dirigente Scolastica dell’I.I.S. G. Gangale di Cirò Marina, prof.ssa Serafina Rita Anania, ha voluto precisare come l’esperienza didattica “Fare scuola fuori dalle aule”, da poco conclusasi per gli alunni delle prime tre classi di tutti gli indirizzi del proprio istituto, nasce dalla priorità di prevenire e ridurre l’abbandono scolastico e l’insuccesso formativo, tramite una maggiore conoscenza del proprio territorio, quale patrimonio culturale entro cui recuperare le competenze di base.
Mettendo in pratica tale assunto, l’osservazione e la conoscenza del territorio, unitamente all’esperienza di vita in comune, hanno consentito agli studenti dell’Istituto Gangale non solo l’arricchimento di conoscenze specifiche, ma anche l’acquisizione e il miglioramento di rapporti di scambio interpersonale con il gruppo dei pari e con le figure adulte coinvolte nel progetto educativo. Infatti, come ha precisato la stessa Dirigente Scolastica, il successo dell’iniziativa ha trovato il suo punto di forza anche nella professionalità del team docenti, rispettivamente i proff. Fernando Caruso, Daniela Catanzaro, Guglielmo Gentile, Katia Greco, Nicodemo Le Rose e Battistina Pollizzi, che hanno saputo guidare e, soprattutto, coinvolgere i ragazzi in un viaggio affascinante attraverso la scoperta del proprio territorio, del proprio sé e del rapporto con gli altri. Entro tali termini, è stata estremamente positiva la risposta degli alunni, che hanno affrontato l’esperienza didattica in modo propositivo, partecipando attivamente alla costruzione di conoscenze e competenze, dimostrando senso di responsabilità e consapevolezza dell’importanza di investire in una formazione spendibile nel corso di tutta la vita.
Il progetto, giunto alla sua terza edizione, si è svolto dal 17 al 21 ottobre nella provincia di Cosenza, con un programma ricco di esplorazioni del territorio e di mirate attività didattiche: partendo dal Museo della Liquirizia Amarelli a Rossano.
Calabro, si è passati a visitare il Museo Diocesano, dove è conservato il Codex Purpureus Rossanensis, uno dei più antichi evangeliari esistenti al Mondo, capolavoro dell’arte bizantina, concludendo gli appuntamenti della prima giornata con la visita del Palazzo Ducale di Corigliano-Rossano, una fortezza risalente all’XI secolo, “fra i castelli più belli e meglio conservati esistenti nell’Italia meridionale”.
Tra le tappe della seconda giornata, il centro storico di Cosenza, il Museo dei Brettii e degli Enotri, luogo di memoria storica, ma anche polo culturale con mostre temporanee, concerti, incontri istituzionali e attività didattiche, dove i ragazzi si sono cimentati in “Archeologìo”, un serious game che simula la metodologia di uno scavo archeologico. A seguire la visita al Museo all’Aperto Bilotti, scenario sui generis di preziosi lavori di artisti di fama internazionale.
Il programma si è arricchito poi, nella terza giornata, della tappa alla grotta del Romito, un sito risalente al Paleolitico superiore, contenente una delle più antiche testimonianze dell’arte preistorica in Italia; successivamente, la visita al Museo del Nibbio, un complesso naturalistico “diffuso” allestito all’interno delle antiche case che sorgono in prossimità del Castello Normanno-Svevo di Morano Calabro, articolato in varie sezioni monotematiche, ciascuna delle quali affronta un diverso tema in relazione ai caratteri naturalistici propri del Parco Nazionale del Pollino.
La scoperta del ricco patrimonio storico-culturale ed economico-sociale del territorio di Cosenza, ha previsto quindi, nella quarta giornata, la visita del CREA, ovvero del Centro Ricerca Olivicultura, Frutticultura e Agrumicultura, ove si svolgono attività di ricerca per il miglioramento delle filiere, con tecnologie avveniristiche finalizzate al miglioramento genetico, alla genomica, alla propagazione, alla sostenibilità delle produzioni e alla qualità dei frutti e dei derivati, fino alla valorizzazione dei sottoprodotti. Tappa successiva è stata la Biblioteca Centrale dell’Università della Calabria e i luoghi canonici di aggregazione degli studenti universitari.
Infine, il quinto giorno, dopo la visita al Consorzio della Patata Silana, i ragazzi hanno fatto l’esperienza dell’orienteering, un’attività motoria a tempo che permette di esplorare il territorio tramite strumenti quali mappe e bussola, promuovendo il rispetto dell’ambiente, la consapevolezza di sé e lo spirito di intraprendenza.
Senza dubbio, il progetto “Fare scuola fuori dalle aule” ha visto attuarsi un percorso didattico inclusivo, capace di porre gli studenti al centro del processo di apprendimento, grazie ad una didattica nuova, partecipativa, modulata su efficaci strategie di coinvolgimento. Creare occasioni ed opportunità di crescita personale e di arricchimento culturale per tutti gli attori coinvolti, estendere la partecipazione attiva e favorire la condivisione delle esperienze, equivale a promuovere la vera innovazione scolastica, quella capace di coinvolgere tutti i discenti nel dialogo educativo, garantendo il successo formativo.







