In questi ultimi mesi i comuni italiani subiscono da parte del governo centrale una serie di tagli e i sindaci sono sempre costretti ad assumere le vesti di esattori dello stato, tra le stangate e i vincoli imposti dal patto di stabilità si rischia di mettere in ginocchio seriamente gli enti e gli stessi cittadini. Nel 2015 si prospettano altre manovre, nuovi tagli con conseguenze sui comuni di annullare ulteriormente servizi essenziali ai cittadini: scuole, politiche sociali, mense scolastiche e trasporti pubblici. Ai tagli bisogna aggiungere le misure adottate della Giunta regionale in materia di rifiuti, che passeranno dagli attuali 91 euro a 148 euro per tonnellata di rifiuti. Le pesanti normative fiscali sono accompagnate dalle superficiali proposte tendenti alla risoluzione di problemi annosi, come quelli riguardanti i 5.000 dipendenti LSU-LPU sparsi nei vari comuni calabresi da circa venti anni impegnati stabilmente nei Comuni e in altri enti pubblici, con un sussidio di 570 euro e un’integrazione oraria di circa 300 euro. Importi regolarmente tassati con le ritenute Irpef e addizionali e senza un solo euro di contributi.
“L’ultimo decreto ministeriale dell’8 ottobre 2014, pubblicato in G.U. del 12 novembre 2014, agli enti pubblici della Calabria per assunzioni a tempo determinato di LSU-LPU appare a dir poco ridicolo – afferma il sindaco di Scandale Iginio Pingitore – sembra che il governo voglia prendere in giro gli stessi enti e i suddetti lavoratori, i quali, fino a qualche giorno fa erano speranzosi affinché fosse risolto il loro problema, invece si vedono ulteriormente beffati dal nuovo decreto, infatti, i lavoratori di un ente dovrebbero sistemarsi a tempo indeterminato qualora si rispetti il limite del 20 per cento a fronte del numero dei lavoratori regolarmente assunti. In sostanza, se il nostro comune ha otto LSU/LPU su dieci assunti regolarmente, il 20 % significherebbe l’assunzione di sole due unità, mentre per gli altri 6? Il governo sarebbe dovuto essere più chiaro con i sindaci calabresi e fornire alcune delucidazioni in merito alle normative vigenti prima di procedere alla presentazione delle domande di ammissione al contributo per la contrattualizzazione dei lavoratori LSU/LPU ed ex art. 7. La circolare ministeriale ha ulteriormente generato confusione tra i sindaci stessi, ancor di più le ultime linee-guida, disinteresse, e nessuna concretezza dimostrata dal Governo nei confronti non solo degli Enti locali calabresi ma, principalmente verso quei lavoratori che da anni lottano per avere una degna sistemazione. La proposta del comune di Scandale è quella che il governo pensi prima di tutto a regolarizzare tutti i lavoratori, poi, la nuova normativa sembra non applicabile, per come introdotta dalla L.78/2014, agli Enti locali, stante la vigenza nel Pubblico impiego di specifica e speciale disciplina rinvenibile nell’art. 36, comma 2, del d.lgs n. 165/2001. Al Ministero sono state inviate alcune note esplicative dal comune di Scandale, rivolte a fare i giusti chiarimenti, poiché le disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo determinato, introdotte dalla legge n- 74/2014, fanno emergere forti dubbi interpretativi circa il coordinamento tra le norme perchè contrastano”.





E’dal 1998 che mi trovo in questa situazione e non credo più nella stabilizzazione. Non si prendono in giro i lavoratori. VERGOGNA CALABRIA TERRA DI NESSUNO.