E’ scomparso all’età di 89 anni l’ultimo artista custode della Cirò antica, “Turuzzu Cariati” definito l’uomo museo dall’antropologo Antonello Riccio dell’università “La Sapienza” di Roma , era il custode e la memoria della tradizione e della cultura popolare, ultimo artista cestaio, la sua conoscenza era inarrivabile, proverbi, modi di dire, tradizioni, canzone dialettali antiche, poesie, etnologo ecc. . Suonatore di Chitarra battente, e di musica popolare che negli anni ha dato lustro a Cirò attraverso libri, articoli, teatro, Università. Conosceva le origini di tutte le famiglie di Cirò apprese a sua volta da suo padre “ZZU Basilu”, oltre due secoli di storia, tradizione e cultura cirotana, e non solo, custodiva un museo privato della civiltà contadina con pezzi unici e rari ormai introvabili . Nel 2015 non poteva che essere assegnato che a lui, all’artista Turuzzu Cariati il premio “Tradizioni Popolari” definito dalla critica “L’uomo Museo” per il tesoro delle antiche tradizioni popolare che solo lui detiene. Erastata l’associazione culturale “Le quattro porte” nel 2015 che aveva voluto fortemente questo grande riconoscimento per un uomo tanto unico come Salvatore Cariati. L’artista cirotano, era stato di recente anche immortalato in un cd, dove faceva rivivere gli antichi albori cirotani attraverso le antiche nenie e proverbi, molti dei quali ancora oggi i nostri nonni raccontano. Non solo “Cantaturu”è Cariati, ma anche poeta, contadino, come amava definirsi. Raccoglitore di tutto ciò che è stato, oggetti, usanze, proverbi, ha destinato un’ala della sua abitazione a museo contadino, privato naturalmente, per la gioia di pochi fortunati, amici parenti, studenti e recentemente anche da parte del mondo accademico, è sempre stato oggetto di studio in tesi di lauree sulle antiche usanze, sugli oggetti usati una volta, e sullo stesso personaggio, uno dei pochi che canta ancora serenate accompagnato dalla chitarra battente. Personaggio molto vicino allo studioso di musica etnica Antonello Ricci, più volte menzionato nelle sue opere, un artista poliedrico che riesce ancora a tramandare antiche usanze, che purtroppo i giovani non conoscono più. E’ lui il custode della Cirò antica, delle famiglie, della storia locale, della politica, dei mestieri antichi, delle tradizioni, dell’arte culinaria, dei liquori a base d’erba che preparava personalmente, ultimo maestro cestaio, più volte premiato per la sua originalità. Attualmente il suo ricco museo contadino, con i numerosi e introvabili pezzi, rappresentano una grande testimonianza di un popolo creativo. Ha saputo scegliere, raccogliere, salvare centinaia di oggetti materiali legati a una pratica del “saper fare” e del “saper ricordare” che va scomparendo. Tant’è che chi vuole ricercare tracce fisiche di un mondo in via di scomparsa, da casa sua doveva passare. Fino agli anni ’60 dello scorso secolo ha mantenuto modi e forme di vita contadina rappresentate in musica dal suono della chitarra battente e dai canti che venivano eseguiti con lo strumento. Oggi questo universo contadino non c’è più, ma vive una nuova esistenza attraverso i racconti, i proverbi, i canti, le esecuzioni strumentali alla chitarra battente, gli oggetti del passato che tutti insieme costituiscono la “stanza delle meraviglie” di Turuzzu Cariati. Apprezzato dall’antropologo e musicista, di chitarra battente e zampogna, Antonello Ricci dell’università “La Sapienza” di Roma con cui ha pubblicato il volume “Turuzzu Cariati: L’Uomo Museo”. I funerali dell’artista Cariati si svolgeranno Lunedipomeriggio a Cirò, nella chiesa Madonna delle Grazie, dove il popolo cirotano gli porgerà l’ultimo saluto.