Rinvenuto a Cirò appena in periferia, lungo la strada provinciale SP7 che collega il borgo a Umbriatico, un grosso esemplare femmina di Istrice che, a causa di un incidente con un’auto probabilmente, è stato sbalzato sul ciglio della strada. In Calabria sono rare le segnalazioni accertate della presenza di Istrice, di solito vivono nell’entroterra, sulle colline silane, mai si erano avvistati così in basso a pochi chilometri dalla costa. Questo rinvenimento fa pensare che l’Istrice sia tornato a vivere nelle campagne cirotane a la ricca biodiversità che l’ambiente ancora offre. Gli anziani in proposito raccontano di come una volta la fauna cirotana era molto varia e ricca di animali selvatici come il Tasso, il Lupo, la volpe e i cinghiali nostrani. Si tratta dell’istrice crestata e appartiene alla famiglia degli Istricidi, è un roditore di mole cospicua (il più grosso in Europa) caratterizzato dall’avere il corpo e la coda ricoperti da aculei rigidi, erettili e di lunghezza variabile nonché da robuste setole flessibili. Quest’ultime sono particolarmente lunghe sul capo e sulle spalle tanto da formare delle vere e proprie creste (da qui il nome specifico); inoltre portano all’estremità della coda un ciuffo di brevi aculei, attaccati alla pelle a mezzo di uno stelo sottile. Per natura tranquillo, quando si sente minacciato drizza la criniera e gli aculei del dorso, facendo vibrare il sonaglio caudale: in questa fase, a volte, alcuni aculei si possono staccare, alimentando la credenza popolare che le istrici sparino gli aculei contro il nemico. Se questo ancora non si spaventa, l’istrice volge le terga e rincula verso di lui procurandogli serie ferite, dovute alla pericolosa capacità penetrativa dei suoi aculei, che possono raggiungere anche i dieci centimetri di profondità. È un animale molto schivo che ama i luoghi solitari boscosi e cespugliosi. Dunque la presenza dell’Istrice prelude ad un ambiente sano come quello di Cirò ricco di un habitat non inquinato.