Sarà presentato, il 5 agosto prossimo alle ore 22:00 in piazza Diaz a Cirò Marina, il nuovo libro di Cataldo Amoruso dal titolo “La storia dei Ciros”, la band cirotana nata negli anni sessanta nella quale suonava lo stesso scrittore. Di seguito riportiamo l’intervista di Alessio Marino direttore del giornale “Giovani Pop” che sta raccogliendo le testimonianze di “Gruppi” musicali fra i quali “I Ciros” per farli conoscere a livello nazionale.
Cataldo Amoruso… nel 1962 lavoravi al “Quo Vadis”, un noto locale sull’Appia Antica dove convenivano tutti i grandi cantanti, da Modugno a Migliacci, Enrico Polito, Meccia, Vianello, Fontana, E’ vero che Modugno la sera, dopo lo spettacolo, ripeteva sempre che nella vita: ci vuole fortuna, fortuna, fortuna.
Sì. Ricordo che una sera, dopo aver eseguito “la Cavalcata”, un pezzo di chitarra virtuoso, mi applaudì, poi venne vicino alla pedana e mi disse: “Complimenti… sei bravo”.
Con Gianpiero Scalamogna detto Gepy avete formato un complesso, come si chiamava?
Mi pare si chiamasse “Gianpiero e gli amici”.
Con questo gruppo vi esibivate solo a Roma?
No, giravamo, con Giampiero Abbiamo fatto l’estate, da maggio sino a Settembre, al “Quo Vadis”. Un locale molto rinomato…posso dire che venivano anche nomi come, Linda Cristian ex moglie di Tyron Power e madre di Romina Power, Vittorio Duse, Marisa Merlini, Stefania Rocca, protagonista del film di Pietro Germi, “Divorzio all’italiana”.
Cataldo Amoruso, ora raccontami come è cominciata la tua vita di chitarrista, tu dal 1960 hai lavorato a Roma nei Night Club fino al 1965?
Sì, Nel 1960 ho lasciato la Calabria e son partito per Roma e ho cominciato a studiare bene, come si deve, la chitarra, con il maestro Chierici che lavorava alla Rai, nello stesso anno ho cominciato a lavorare nei Night Club con vari gruppi. Avevo ventitrè anni e incominciai a girare l’Italia, si andava a Rimini, Capri, ad Arezzo, Perugia, Taormina, Brindisi…
E’ vero che con l’evento del Piper, i Night andarono in crisi e ritornasti in Calabria?
Sì, Il Piper ha distrutto un po’ il Night Club classico cominciato nel 46 e finito nel 1965. Dopo tutte queste esperienze sono tornato a Cirò Marina e abbiamo formato “I Ciros” Assieme a mio cugino Nick Malena ed all’amico Nicodemo Malena.
Eri consapevole che esisteva già un gruppo, dalla fine degli anni 50- che si chiamava i cinque Ciros?
I cinque Ciros? No, no, Nick Malena e Nicodemo Malena hanno coniato “i Ciros”, prendendo a prestito il nome del nostro paese, Cirò.
Ho approfondito poi dopo, che i cinque Ciros era un gruppo della provincia fiorentina già esistente dall’inizio degli anni 50 e che arriverà con cambi di formazione sino al 1964, Il nome nacque dalla presenza del pianista “ Ciro Nanni.”
Noi, “Ciros” di Cirò Marina abbiamo fondato questo complesso, e si girava per tutta la Calabria, eravamo molto conosciuti. Nel Sud. all’epoca, i gruppi più conosciuti eravamo tre: I Bruzi di Nicastro, Gli Apache di Crotone e noi “I Ciros” di Cirò Marina.
Quali erano i nomi dei componenti dei Ciros?
I Nicodemo Malena…sono due, uno suona la chitarra d’accompagnamento chiamato il “Lungo” per via della sua alta statura. E l’altro si chiama Nick Malena cantante, chitarra solista e pianista, poi c’era il batterista Cataldo De Bartolo. (A dire il vero, all’inizio alla batteria c’era Sasà Molinaro, sostituito poi nel 1966,)ovviamente completava il quartetto Cataldo Amoruso al basso. Nel 1967 va via Nick Malena e nel gruppo oltre ad Amoruso, De Bartolo e Malena il “Lungo” troviamo nuovi ingressi Rino Noce, organista e Voce e Gino Colicchio Voce. Questo era il complesso.
Poi hai deciso di andare a Roma. Sempre con il gruppo?
No, no, ce ne erano solo due del gruppo, l’ho rifatto con altri elementi, oltre a Cataldo Amoruso al basso, troviamo alla chitarra Franco Remo, di Crotone, all’organo Rino Noce, voce solista Gino Colicchio e alla batteria ritorna Sasà Molinaro, e siamo andati a Roma a suonare al Maxims ex Fascination, in via XX Settembre, dove suonava il grande Don Marino Barreto Junior. Abbiamo suonato anche al Piper in presenza di Rocky Roberts e di Wess.
Torniamo al 66 – 67 come erano quegli anni per voi? Suonavate anche alle feste di piazza?
Erano belli quegli anni, ricordo che con I Ciros, quando si partiva per le feste di Piazza, organizzate dal manager Peppe Seminara, ci seguivano venti, trenta macchine, L’imperativo categorico era che, bisognava portare anche le cantanti, perché se non c’erano le femmine, quelli del “Comitato” dicevano che la festa falliva, non funzionava. Infatti, il presidente del Comitato di una grande festa patronale, rivolto a Peppe Seminara disse: “Don Peppì, mi raccumannu portate fimmini con la veste sempre più curta. E il popolo minta e sgancia chiù dinari”. “Don Carmelo, ma vui allora… voliti nu spogliarello?”. “Magari!”. “Ma come? Alla festa di un Santo ci mintimi na vergogna? Eh, quanti ni fa “U dinaru””. “U dinaru fa girare u munnu, don Peppì”.
Cataldo, è un aneddoto molto divertente, certo che Peppe Seminara era un tipo molto interessante.
Grazie anche al cambiamento di noi giovani dell’epoca.




