Coordinatore del neonato Comitato provinciale è stata eletta Francesca Gallello, Presidente dell’Associazione “Radici”, vice-coordinatore Sandro Falbo e segretario Remiggio Tilelli.
Perché è nato il Comitato “Liberi SI Crotone” e quali le sue ragioni ? Perché pensiamo sia una Riforma giusta. È giusto, infatti, che solo la Camera dia la fiducia ai governi e che si riduca il numero dei Senatori, passando da 315 a 100, rappresentanti degli Enti locali, che non saranno pagati in quanto percepiscono già l’indennità di consigliere regionale o Sindaco. In questo modo si colma il “gap” con tutti i grandi Paesi dell’occidente, Stati Uniti d’America, Germania, Francia, che hanno una Camera di rappresentanza dei governi locali. I nostri Padri Costituenti volevano già nel 1948 fare del Senato la Camera espressione delle Regioni, ma a quel tempo vi erano molti problemi organizzativi, si usciva da una guerra persa e bisognava costruire il tessuto sociale del Paese, e poi mancavano le Regioni stesse, istituite solo nel 1970. Votando SI ci sarà l’abolizione del Cnel e delle Province che, di fatto, scompariranno dal nuovo testo costituzionale. Al Senato verrà poi affidata una responsabilità che colma un deficit nel parlamentarismo italiano: il controllo delle politiche pubbliche, cioè la verifica dell’efficacia delle leggi, degli atti dei governi, dei fondi europei.
In quanti sostengono il No vi sono posizioni assai diverse: chi rifiuta la riforma; chi ritiene che non si debba cambiare niente della Costituzione; chi in realtà vorrebbe smontarne la prima parte, quella dei valori, dei diritti e doveri di cittadinanza. Ciò che unifica le opposizioni è la lotta al governo. Non ha senso dire, contro la decisione della Corte Costituzionale, che questo Parlamento non sarebbe legittimato a fare le riforme. La scelta definitiva spetterà infatti ai cittadini, i veri sovrani in democrazia.
Questa Riforma va a modificare la Riforma del titolo V, approvato nel 2001 che tanti danni ha fatto al nostro Paese. Introducendo le materie concorrenti sono infatti aumentati i contenziosi Stato-Regioni, vi sono state politiche diverse in settori importanti quali la salute, l’energia.
Votando SI tante materie ritorneranno di competenza del Parlamento nazionale e non dei vari Consigli regionali. Apparterranno allo Stato le competenze sulle grandi infrastrutture strategiche, sul coordinamento della finanza e del sistema tributario, sulla tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, porti e aeroporti civili di interesse nazionale e internazionale.
Avremo una maggiore partecipazione dei cittadini. La democrazia non si riduce solo al momento del voto, ma è un insieme di strumenti nelle mani dei cittadini per esprimere idee, proposte e bisogni. Con il SI, la democrazia italiana diverrà autenticamente partecipativa: il Parlamento avrà l’obbligo infatti di discutere e deliberare sui disegni di legge di iniziativa popolare proposti da 150 mila elettori; saranno introdotti i referendum propositivi e d’indirizzo; si abbassa il quorum per la validità dei referendum abrogativi (se richiesti da ottocentomila elettori, non sarà più necessario il voto del 50 per cento degli aventi diritto, ma sarà sufficiente la metà più uno dei votanti alle precedenti elezioni politiche). Verranno organizzati, quindi, molte iniziative atte a presentare le ragioni del SI, un chiarimento per chi ha dubbi e un confronto con chi la pensa in modo diverso, un dialogo che sia costruttivo e che porti ad un cambiamento che SI, porterà crescita. Comunicheremo , quindi, al più presto, date e luoghi di incontro al quale tutti sono invitati a partecipare.
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