Il modo come Gerardo Mario Oliverio sta amministrando la Calabria da tre anni non è condiviso da Cgil e Uil. Troppi ritardi si stanno accumulando con riferimento alla ricollocazione dei lavoratori delle Province ed il precariato. Di fronte a tali inadempienze Cgil e Uil in nome e per conto dei cittadini calabresi che da anni attendono adeguate risposte dal presidente Oliverio, il sedici novembre manifesteranno presso la Cittadella della Regione. “Cambi rotta oppure cambi posto è lo slogan dei sindacati all’indirizzo di Oliverio”. S’inizia col manifestare in Calabria presso la Cittadella della Regione per poi trasferire la protesta a livello nazionale. Alla manifestazione del sedici novembre non ci sarà la Cisl e non essere presenti nel momento in cui si rivendica un cambio di rotta per il lavoro è da considerarsi un’assenza ingiustificata. Tantissime le adesioni dal mondo politico tra cui quello dei parlamentari Dalila Nesci e Paolo Parentela (M5s) che a proposito della manifestazione di Catanzaro hanno dichiarato: “Alla Calabria serve un cambio di passo. Come per ogni fondata iniziativa di piazza, sosteniamo la manifestazione della Cgil e Uil del prossimo sedici novembre alla Cittadella regionale. Bisogna dare uno scossone – hanno detto i due parlamentari – alla sempre più distratta maggioranza regionale, che vive di annunci e proclami ma dimentica le urgenze: sanità, lavoro, legalità, giovani, imprese, sviluppo, servizi e riassetto degli Enti della Regione. Di recente – continuano i due pentastellati – assistiamo al moltiplicarsi degli sforzi comunicativi del governatore, Mario Oliverio, che prospetta milioni in arrivo sentendo il bisogno di riposizionarsi e forse ricollocarsi. Gli ricordiamo – affermano Nesci e Parentela – che la Calabria resta un cantiere virtuale e che il Governo Gentiloni continua a disinteressarsi, anche in sede di controllo, a partire dai nuovi ospedali, delle prassi amministrative della Regione. Ad oggi manca una progettualità in tutti i settori vitali. Inoltre Oliverio rifiuta il dialogo politico con le rappresentanze parlamentari, puntualmente ignorate. Tra forze politiche e sindacale – concludono Nesci e Parentela – bisogna confrontarsi sulle proposte”.