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Home Avvenimenti

Due Francobolli dedicati a Peppino Impastato e Don Giuseppe Puglisi

by La Redazione - ilCirotano.it
24 Marzo 2018
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Emessi dal Ministero dello Sviluppo Economico due francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica “il Senso civico”, dedicati a due protagonisti della lotta alla mafia: Peppino Impastato e Giuseppe Puglisi, rispettivamente nel 40° e nel 25° anniversario della scomparsa.

I francobolli, del valore di € 0,95 ciascuno, sono stampati dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.

I bolli raffigurano:
• Un ritratto di Peppino Impastato, posto in primo piano su una banda bianca che riporta la scritta “Radio Aut”, emittente libera da lui fondata nel 1977, affiancato ad una frase dello stesso Peppino: “L’informazione è resistere, resistere è preparare le basi del cambiamento”.
Il bozzetto è stato realizzato da Cristina Bruscaglia.

• Un ritratto di Don Pino Puglisi, rappresentato in primo piano davanti a un gruppo di bambini, e una frase del sacerdote: “Non ho paura delle parole dei violenti ma del silenzio degli onesti”.
Il bozzetto è opera di Tiziana Trinca.

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Completano i francobolli le rispettive leggende “PEPPINO IMPASTATO 1948 – 1978” e “PINO PUGLISI 1937 – 1993”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 0,95”.

L’ufficio postale di Palermo Centro utilizzerà il 21 marzo gli annulli primo giorno di emissione.

I francobolli ed i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi, saranno disponibili negli Uffici Postali, negli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito poste.it.

E’ stato anche realizzato un folder in formato A4 a due ante, contenente i due francobolli e due cartoline affrancate ed annullate primo giorno di emissione.

Giuseppe Impastato nasce a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948, da Luigi Impastato e
Felicia Bartolotta. Il padre era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il capomafia Cesare Manzella, ucciso con una Giulietta al tritolo nel 1963. Ancora ragazzo, rompe con il padre, che lo caccia via di casa, e avvia un’attività politico-culturale antimafiosa.
Nel 1965 fonda il giornalino “L’Idea socialista” e aderisce al PSIUP. Dal 1968 in poi milita nei gruppi di Nuova Sinistra.
Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati. Nel 1975 costituisce il gruppo “Musica e cultura”, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti ecc.); nel 1977 fonda “Radio Aut”, radio libera autofinanziata, con cui denuncia i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, e in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che avevano un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell’aeroporto. Il programma più seguito era “Onda pazza”, trasmissione satirica con cui sbeffeggiava mafiosi e politici. Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, verrà eletto da morto con 260 voti. Uomo coraggioso, riflessivo, istintivo, tenace, si è distinto per il suo essere carismatico e trascinatore, caratteristiche che lo porteranno alla lotta contro la mafia ed i grandi sistemi non solo a livello locale. Seguito come esempio da giovanissimi che rompono con la cultura dell’omertà, riesce ancor oggi a far parlare di sé e ad alimentare le coscienze. Viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978, con una carica di tritolo posta sotto il corpo adagiato sui binari della ferrovia. Lo stesso giorno a Roma viene trovato il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate rosse, e la morte di Moro relega in secondo piano quella di Impastato. Il 16 maggio la madre di Peppino, Felicia Bartolotta, e il fratello Giovanni, inviano un esposto alla Procura indicando Badalamenti come mandante dell’omicidio. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è stato condannato all’ergastolo ed il suo vice nel 2001, Vito Palazzolo a 30 anni di reclusione.
Ancora in corso le indagini sul depistaggio e sui depistatori che a vario titolo hanno contribuito ad infangare il nome e la memoria di Peppino. Il 7 dicembre 2004 muore Felicia Bartolotta, madre di Peppino. Nel 2011 casa Badalamenti, confiscata, è stata assegnata all’Associazione Casa Memoria “Felicia e Peppino Impastato” Onlus e all’Associazione “Peppino Impastato”.
Nel 2011 la Procura di Palermo ha riaperto le indagini sul depistaggio. Nel 2012 verrà posto un vincolo regionale per la tutela e la salvaguardia dell’immobile e di tutta la documentazione storica prodotta dal 65 al 78. Nel 2013 Casa memoria verrà definita “Museo della Memoria”.

Maria Impastato
nipote di Peppino
Presidente Ass. Casa Memoria “Felicia e Pepino Impastato” Onlus

*****

“Il presbitero don Giuseppe Puglisi, meglio conosciuto come 3P, venne ucciso dalla mafia in “Odium fidei” il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno sotto casa, in piazzale Anita Garibaldi 5, nella stessa borgata di Brancaccio in cui era nato il 15 settembre 1937. La sua attività pastorale, come è stato ricostruito anche dalle inchieste giudiziarie ha costituito il movente dell’omicidio, i cui esecutori e mandanti mafiosi sono stati arrestati e condannati con sentenze definitive. Per questo già subito dopo il delitto numerose voci si sono levate per chiedere il riconoscimento del martirio. Famosa la sua frase: “Se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto”. La sua vita e la sua morte sono state testimonianze della sua fedeltà all’unico Signore e hanno disvelato la malvagità e l’assoluta incompatibilità della mafia con il messaggio evangelico. Nel dicembre 1998, a cinque anni dal delitto, il Cardinale Salvatore De Giorgi ha insediato il Tribunale ecclesiastico diocesano per il riconoscimento del martirio.
L’indagine è stata conclusa a livello diocesano nel maggio 2001 e la documentazione inviata alla Congregazione per le Cause dei Santi in Vaticano. Nell’agosto 2010 il Cardinale Paolo Romeo ha nominato il nuovo postulatore, Mons. Vincenzo Bertolone e nel giugno del 2012 la Congregazione ha autorizzato la promulgazione del decreto per il riconoscimento del martirio di don Puglisi. Il 25 maggio 2013 è stato beatificato nel corso di una celebrazione alla quale parteciparono oltre 100.000 fedeli. La salma è sistemata all’interno di un sarcofago nella Cattedrale di Palermo.
Padre Puglisi venne ordinato sacerdote dal cardinale Ernesto Ruffini il 2 luglio 1960 nel Santuario della Madonna dei Rimedi. Nel 1961 diviene vicario cooperatore presso la parrocchia del Santissimo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio e dal 27 novembre 1964 opera anche nella vicina chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi a Romagnolo. Svolge l’attività di insegnante di Religione in diverse scuole: “Einaudi”, media
Archimede, media di Villafrati e Godrano, magistrale Santa Macrina e al liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo. Nel 1969 è nominato vicerettore del seminario arcivescovile minore e nel settembre di quell’anno partecipa a una missione nel paese di Montevago, colpito dal terremoto che ha devastato il Belìce. In questi primi anni di sacerdozio si occupa dei giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città. Segue con attenzione i lavori del Concilio Vaticano II e ne diffonde subito i documenti tra i fedeli, con speciale riguardo al rinnovamento della liturgia, al ruolo dei laici, ai valori dell’ecumenismo e delle chiese locali. Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo dove contribuì a riconciliare le famiglie segnate da una sanguinosa faida. Il 9 agosto 1978 è nominato pro-rettore del seminario minore di Palermo e il 24 novembre dell’anno seguente nominato dal card. Salvatore Pappalardo direttore del Centro diocesano vocazioni. Il 24 ottobre 1980 è nominato vice delegato regionale del Centro vocazioni e dal 5 febbraio 1986 è direttore del Centro regionale vocazioni e membro del Consiglio nazionale. E’ stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra questi: “Presenza del Vangelo”, Azione cattolica, Fuci, Equipes Notre Dame, Camminare insieme. Dal maggio del 1990 svolge il suo ministero sacerdotale anche presso la “Casa Madonna dell’Accoglienza” a Boccadifalco, dell’Opera pia Cardinale Ruffini, in favore di giovani donne e ragazze-madri in difficoltà. Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio, e dall’ottobre del 1992 assume anche l’incarico di direttore spirituale del corso propedeutico presso il seminario arcivescovile di Palermo. Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro “Padre Nostro” che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere.

Don Pino Grasso
Direttore Ufficio per le Comunicazioni Sociali Arcidiocesi di Palermo.

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