“Al riguardo dell’allungamento della banchina del porto vecchio di Crotone, se ne parla da almeno 2 anni caldeggiando il tutto come se si era pronti al bando di gara, addirittura se ne parlava nell’estate del 2012, invece ancora alla data odierna si parla/leggesi sulla stampa di indagini per la redazione del progetto. Per le condizioni insistenti in città di Crotone è davvero triste sentire parlare di realizzazione di opere che possono attivare un poco di economia, ma la realtà sembra quella dei proclami, degli annunci e dei rinvi così come è successo con il cosiddetto “Progetto Grande Crotone” che sembrava quasi si era in prossimità dell’inizio dei lavori con 100 milioni di euro da spendere, invece ad oggi tutto tace. Passando all’allungamento della banchina del porto vecchio di Crotone, l’associazione nuova Crotone, si rivolge al signor Presidente Scopelliti, affinché intervenga presso l’ente attuatore alla redazione del progetto e all’esecuzione dei lavori, imponendo la previsione già in fase progettuale e nel capitolato speciale di appalto, l’utilizzo/l’impiego di geomateriale quali frangiflutti e non blocchi e/o cubi artificiali formati da conglomerato cementizio. Per quanto sopra, si fa specifica, con sintetica analisi/motivazione: come sicuramente è a sua conoscenza onorevole Presidente, la composizione cementizia del cls ha una componente chimica che potrebbe essere inquinante in ammollo nelle acque marine già dalla fase di chimismo per la solidazione del materiale confezionato e sia nella fase successiva a lungo termine, dove sulla base di esperienze, il blocco cementizio si sgretola con deposito dello stesso collante e degli aggregati in fondale.
Attivando così, tutte le condizioni inquinanti che possono sorgere, la prescrizione a non utilizzare il cubo in calcestruzzo, può avere anche una motivazione di tipo economico-ambientale, in quanto, quasi tutti i blocchi di conglomerato cementizi utilizzati come frangiflutti a mare, hanno subito deterioramente e aggressioni sia della salsedine esistente ,sia dall’aggressione della cinetica delle onde marine, questo processo di sgretolamento dei blocchi/frangiflutti in cls, se pur lento, dopo anni riduce il blocco stesso, a dimensioni ridotti dove potrebbe non avere più le caratteristiche statiche a reggere la stessa forza cinetica prodotta dal moto/onda marina.per non parlare della bruttura di tipo ambientale che manifesta il blocco stesso annerendosi per carbonatazione o altro, così come si può già vedere sui blocchi a frangiflutti disposti anni addietro sul lungomare di Crotone. diversamente il blocco di geomateriale quale elemento a funzione di frangiflutto, resta inalterato oppure subisce una ridottissima variazione di volume in quanto, la cementificazione naturale/di sovraconsolidazione del geomateriale/blocco frangiflutti, subita negli anni resta ferre e non procura inquinamento, anzi al contrario,il blocco di geomateriale utilizzato come frangiflutti, si comporta da supporto per una ipotesi di residui di “fanghi adesi”, attivandosi questo frangiflutti, da vero elemento depurativo e chiarificatore delle stesse acque marine, per non parlare del bel vedere che configurano questi stessi massi ,con una condizione di acque cristalline, per ultimo, l’utilizzo di blocchi di geomateriali ad elementi di frangiflutti, producono aumento di terreni agricoli proprio per il dissossamento di quelle aree ostacolate da questi massi all’utilizza di terreni agricoli. l’associazione resta sicuro che la sensibilità dell’on Presidente Scopelliti prenderà in esame quanto sottopostole”.