“Dal prossimo mese di ottobre anche i pochissimi servizi attualmente rimasti, in memoria dell’ospedale di Cariati, verranno pressoché azzerati; per volontà dei vertici aziendali il servizio di pronto intervento (già pronto soccorso con oltre 14.000 interventi l’anno) verrà notevolmente ridotto in quanto resterà aperto per appena 6 ore al giorno e addirittura chiuso il sabato e la domenica di ogni settimana; il laboratorio analisi, ridotto ad un mero punto prelievo, sarà letteralmente smantellato, atteso che, si potranno effettuare prelievi solo per alcuni giorni la settimana; le analisi, ovviamente, verranno elaborate dal presidio ospedaliero di Rossano e se a ciò si aggiunge la continua e sistematica “spoliazione” di tutte le attrezzature già in dotazione del glorioso “Vittorio Cosentino”, allora il disegno potrà dirsi veramente completato – lo scrive in una nota Mario Sero, capogruppo di “Unione Civica Cariati nel Cuore”. Inutile, a questo punto, evidenziare la totale indifferenza della classe politica locale, dell’amministrazione e di tutta la maggioranza, impegnata in un’altra opera di spoliazione, ossia, quello del palazzo comunale.
Nonostante questo “quadretto desolante”, sento il dovere di biasimare i provvedimenti adottati e adottandi da parte dei vertici aziendali che continuano ad “attentare” alla salute di un intero territorio e nella violazione dei più elementari livelli dell’assistenza sanitario; ai vertici aziendali dell’Asp di Cosenza chiedo: ha senso ha mantenere un servizio di pronto intervento, a Cariati, per 6 ore la giorno e per 5 giorni alla settimana? Gli abitanti dei comuni ricadenti nell’area dell’ex ospedale di Cariati hanno diritto ad un’assistenza medica H24? È intollerabile quello che sta succedendo attorno alla sanità calabrese, ma è ancor più intollerabile quanto sta succedendo attorno all’ospedale di Cariati, da sempre al servizio del territorio; ai vertici aziendali dell’Asp di Cosenza, non mi resta che chiedere ,ancora una volta, la revoca delle predette decisioni che diverranno definitive a decorrere dal prossimo mese di ottobre; nell’amara consapevolezza che, anche questa volta, questo mio appello resterà inascoltato; siamo in Calabria”.



