Seguaci di una cultura etnica e figli di un espressionismo postcubista, i writer rappresentano una realtà in continua crescita, in città come nei piccoli centri, a Crotone come nei paesi del territorio, espressione di una cultura sempre più popolare. Sono giovani che decorano, ma non imbrattano, i muri con un linguaggio grafico fatto di immagini e parole che dànno vita ad un intreccio tra le forme d’arte più disparate. Svariati sono i soggetti: lettere e numeri che esplodono, attorcigliati ed annodati, umanoidi da cartone animato, arabeschi stravaganti. È un’esplosione di colori, i colori della vita, un po’ accesi e un po’ sbiaditi.
Colori che ravvivano quei muri anonimi e grigi di cemento dei nostri grossi agglomerati urbani ed anche della nostra città. Sono giovani che bisognerebbe lasciarli agire perché, in fondo, colorano le nostre strade, le strade a volte malinconiche della nostra quotidianità. Bisognerebbe che si individuassero degli spazi sui quali i writer possano operare senza nessun problema legale, così come hanno fatto a Cetraro e a Cerva nella presila catanzarese, dove hanno creato dei veri artistici murales. A Crotone i tentativi sono rari, vedi il muro di Via Falcone – Borsellino e il prolungamento di Corso Mazzini direzione Lungomare. Bisogna incentivare questi giovani “artisti”, bisogna lasciarli fare: ci sono ancora, purtroppo, nelle nostre contrade, i tanti muri grigi. E allora perché non colorare e ravvivare questo grigiore!? Oltretutto si darebbe fiato alla creatività dei giovani nell’esprimere liberamente un graffitismo intelligente ovviando, così, agli scarabocchi e alle volgarità che deturpano la città.