Verso le Amministrative: la Citta’ e’ di tutti e tutti per la citta’

Era l’anno di grazia 1992! Anche in quell’anno girava freneticamente la giostra elettorale in vista delle elezioni comunali a Crotone. Quell’anno il compianto Mons. Giuseppe Agostino, nostro Pastore per un quarto di secolo, sentì l’urgenza, la necessità, di offrire al popolo una riflessione e lo fece con la Lettera pastorale “La città è di tutti: tutti per la città”. Anno di grazia 2016 continua freneticamente il torneo elettorale e par di essere nello stesso campo di battaglia. Come eravamo? Come siamo? Ovviamente le esortazioni di Agostino oggi valgono non solo per i nani politici e politicanti di Crotone ma anche per quelli di Cutro, Cirò Marina, Belcastro, Serra San Bruno e solo per citare alcuni dei comuni calabresi dove si andrà al voto nel prossimo mese di giugno. Ripercorriamo insieme qualche passo della Lettera pastorale per rivedere come era allora la realtà, in particolare quella crotonese, e a cosa ci esortava il Pastore.

“Chiedo a tutti di accogliere questo mio messaggio senza pregiudizi e senza evasioni ma con responsabile riflessione perché il voto non sia evaso; non sia espresso con superficialità come gioco di scambio, ma sia libero, onesto, coerente e sia una consegna ad uomini che l’intendono usare, come deve essere, in verità e giustizia per il bene di tutti. La situazione a Crotone e comprensorio non è incoraggiante. Il quadro politico è in evidente crisi. Non appaiono prospettive di sviluppo economico. […]Nella città non c’è ordine, legalità. I problemi sono molti e seri. Emergono alcuni fermenti che, però, rimangono disorganizzati e senza incidenza. Non c’è una chiara cultura politica […] I partiti non si mostrano capaci di un confronto dialettico per la ricerca del bene comune e sono giudicati, per questo, dalla gente come ‘protettorati’ anziché come spazio di ricerca soprattutto culturale. Sono guardati ‘area di potere’. La gente è sfiduciata. C’è un malessere diffuso, preoccupante. Si denunciano da parte del popolo comportamenti di non giustizia e di non equità. Tuttavia la gente attende un serio cambiamento[…] Al popolo di Crotone e del comprensorio faccio appello acchè i grandi valori di cui si è portatori siano ‘personalizzati’ e ‘socializzati’ per costruire la ‘società civile’. Abbiamo urgente bisogno di aggregazione sociale, di una ripresa dei valori. Dalla famiglia alla scuola bisogna impegnarsi ad una sana educazione civile.[…] Nessuno si tiri indietro.

La città è di tutti: tutti per la città. Ai leaders politici dico che urge convocare, non tatticamente ma sinceramente, le pur presenti energie sane che vi sono.[…] Chiedo, facendomi voce della gente comune, che si finisca con le lottizzazioni che spartiscono i vari spazi, che nel territorio pare siano colti come feudi o da conservare o da conquistare.[…] È immorale servirsi del potere e non farlo servizio per il bene di tutti. Soffertamente chiedo, ancora, a nome del popolo umile che i pubblici amministratori forniscano agli occhi di tutti garanzie di competenza, moralità e chiarezza sapendo anteporre le esigenze del bene comune agli interessi personali e di gruppo e di dare testimonianza, anzitutto con la propria vita e con il modo di condurre il proprio ufficio, di quei valori superiori che stanno a fondamento della convivenza civile. […] Nella scelta degli uomini bisogna tener conto della loro chiarezza, trasparenza e preparazione.[…] Concretamente, a Crotone, la gente non chiede grandi cose ma cose possibili e genuine. Bisogna, oggi essere molto attenti all’ordine pubblico, al mondo della scuola, dei bisogni primari quali l’acqua, l’igiene. Bisogna pure pensare ai giovani, ad un progetto di città, ora sede di provincia, che la immetta in un autentico ed integrale sviluppo. Bisogna incontrarsi, dialogare, essere nuovi come moralità e legalità per una svolta nella storia della nostra città”. Era l’anno di grazia 1992. Fate voi, cari lettori!