
Le Saline del Neto erano già conosciute fin dal medioevo grazie all’opera del geografo
arabo al-Idrisi (1099 – 1164 ) come riportano alcuni documenti rinvenuti da Andrea Pesavento e
Pino Rende nell’Archivio storico di Crotone, Saline che allora erano in possesso dell’abbazia
Greca Calabro Maria, detta anche Santa Maria di Altilia nei pressi di Santa Severina.
Ed ecco perché l’Abbate generale Apollinare Agresta nella bibliografia di San Nicodemo Abate da
Cirò ne descrive con sicurezza e con precisione il suo luogo di nascita: Psikron odierna Cirò,
dove vi nacque nel 900, poco distante dalle Saline del Neto, anche perché come scrisse Mons. Terminelli di Cirò Marina, nella sua San Nicodemo di Cirò, Agresta aveva sicuramente letto il
documento originale scritto da San Nilo, prima che questo andasse disperso e riscritto dal calligrafo Daniele che era facile a trascrivere inesattezze a cui purtroppo altri autori hanno fatto affidamento, puntualmente contestato e superato da vari autori.

Numerosi atti riguardano invece l’affitto ed il subaffitto della salina fino a tutto il seicento come Giovanni Battista di Roggiero di Roccabernarda, che possiede l’ufficio di regio credenziere della regia Salina di Neto, per privilegio e provvisione della Regia Camera, che lo cede per ducati 150 a Pietro Mascambrone di Crucoli.
Quindi erano molto rinomate da sempre le Saline che era diventato un punto fermo per geografi e quant’altro, poi il fatto che le saline appartenevano all’abbazia greca calabro Maria, chissà se fu anche dimora temporanea per San Nicodemo durante il suo passaggio verso sud.
Di certo era sicuro Agresta che, Cirò dette i natali a San Nicodemo, visto la sua immensa conoscenza che aveva, non per niente era l’Abbate generale dell’ordine di San Basilio Magno, non un semplice scrivano o ciarlatano come molti altri che nello scopiazzare la sua opera hanno fatto uno scempio.




