Le impreziosite di specie rare e autoctone di notevole importanza da salvaguardare come la Matthiola incana (L.) R. Br.( Violacciocca rossa), e la specie più rara di colore bianco: la Matthiola incana (L.) W.T. Aiton Subsp. incana le cui api ricavano un ottimo miele, abbarbicata alle rocce strapiombanti, sottoposta alla furia dei venti. Pianta protetta dal L. R. 06/04/2000, n. 56 e annotata nelle “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”, compare nell’allegato A tra le “specie animali e vegetali, la cui conservazione può richiedere la designazione di “SIR” (Siti di. Importanza Regionale ). Dai fiori si distilla un’essenza usata in profumeria. I semi vengono considerati afrodisiaci. Un infuso dei fiori mischiato a vino si dice che abbia effetto di antidoto contro i morsi velenosi. Contiene Glucosidi, glucosinati, acidi organici ( linoleico, ferulico, sinapico) flavonoidi (antocianine, antocianidine ), cheirantina, cheirolina. I frutti sono silique compresse . Si tratta di specie di probabili origini tirreniche, si sarebbe poi spontaneizzata all’incirca in tutti i Paesi europei che si affacciano al bacino del Mediterraneo. In Italia si trova, allo stato spontaneo, sui litorali tirrenici, ionici e adriatici (ad eccezione della riviera romagnola), nelle isole maggiori e minori, rinvenuta in Friuli V. G. e naturalizzata in Veneto e Molise. Matthiola fu il nome che diede a questo genere Charles Plumier, in onore del botanico e medico senese Pietro Andrea Mattioli, morto di peste a Trento nel 1577. Lungo i pendii delle mura del castello trovano il loro habitat anche altre importanti piante selvatiche come:
-la Ruta graveolens L. , i cui alcaloidi sono capaci di neutralizzare le cellule maligne del tumore cerebrale, oltre ad essere impiegata nei riti popolari contro “l’Affascino”, e come antiparassitario;
–la Hyoscyamus albus L. ricco di alcaloidi come Josciamina e Scopolamina, con questi principi i nostri avi avvelenarono i turchi durante le loro incursioni,
-e la Scrophularia canina L. ricca di Scrofularina e Glucosidi ad azione digitalinica conosciuta dagli anziani come “Erva Lupara” usata per curare ferite e piaghe.
Sarebbe pertanto importante che durante la pulizie dalle erbacce che crescono sulle mura del castello, venissero risparmiate queste piante per la loro importanza e rarità. Si spera perciò che l’amministrazione comunale prenda provvedimenti in tal caso prima che venissero ingiustamente tagliate insieme alla fastidiosa parietaria.









