
Cirò Marina, 22 maggio 2025 – Si avvicina il 24 maggio, data simbolica che segna il 110° anniversario dell’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale (1915-1918), un conflitto che travolse l’Europa lasciando dietro di sé lutti, distruzioni e memorie indelebili, anche nelle famiglie di Cirò.
In occasione di questa ricorrenza, Mario Dottore – intellettuale calabrese da anni impegnato nella valorizzazione della memoria storica – ha proposto alla nostra redazione la lettura di due opere di rara intensità emotiva e valore documentario: Il cammino più lungo per l’Asinara e Dalla Sava all’Asinara (1914-1915).
Il primo volume, scritto dallo stesso Dottore, ricostruisce con scrupolo storico e sensibilità umana la straordinaria esperienza del campo sanitario allestito sull’isola dell’Asinara per accogliere oltre 23.000 prigionieri austro-ungarici, molti dei quali in condizioni disperate a causa della ritirata dai Balcani e dell’epidemia di colera. Un viaggio nella dignità e nella solidarietà, che coinvolse medici, marinai, militari e cittadini sardi, capaci di rispondere alla barbarie della guerra con un inedito slancio di umanità.
Il secondo volume raccoglie le memorie anonime di un prigioniero austriaco, tradotte dal sottotenente Mario Barbaro di San Giorgio, testimone diretto dei drammi vissuti durante la prigionia in Serbia e poi durante il trasferimento all’Asinara. Le sue parole, crude ma sincere, descrivono fame, violenze, umiliazioni, ma anche episodi di compassione e fratellanza che ancora oggi interrogano la nostra coscienza.
Due libri che non sono solo testimonianze del passato, ma anche strumenti di riflessione per il presente. In un’epoca in cui la guerra è tornata a insanguinare l’Europa e il mondo, riscoprire questi racconti significa opporsi all’indifferenza e promuovere nei più giovani una cultura della pace, della memoria e dell’umanità condivisa.
«Homo sum, humani nihil a me alienum puto» – “Sono un essere umano, nulla di ciò che è umano mi è estraneo”, scriveva Publio Terenzio Afro. È il motto che accompagna l’intento di Mario Dottore e del Centro Studi Bruttium: dare voce a chi non l’ha mai avuta e trasformare la storia in lezione viva.




