Dopo Confini (2000), Fiori d’agave (2007), I racconti silani di nonna Nicoletta (2012), come “naturale sviluppo” dei racconti silani, come scrive lo stesso Autore, ecco l’ultimo, in ordine di tempo, lavoro Racconti silani davanti al focolare edito nel testè trascorso 2015 dall’Editoriale Progetto 2000 di Demetrio Guzzardi di Cosenza. L’Autore è sempre Mons. Pietro Pontieri da Savelli, scrittore e giornalista, Canonico e Direttore dell’Ufficio Comunicazioni della Curia diocesana di Crotone – Santa Severina, prolifico autore di numerose e apprezzate pubblicazioni. Il libro sarà presentato il prossimo sabato 29 gennaio, h 16,30, presso la Biblioteca “Lucifero” nel castello Carlo V di Crotone e ne parleranno lo stesso Pontieri, il prof. Dino Abbruzzo e la giornalista Giusy Regalino. Quella dell’amico don Pietro è una produzione fertile, tanto fertile ma mai effimera, che si snoda nel tempo sempre percorrendo una propria individuale visione della realtà che sprona a capire meglio il valore del rapporto con la tradizione che non è disgiungibile dalla geografia esistenziale dello scrittore, dalla sua Sila vissuta. Mi par di poter dire, conoscendolo da anni, che l’opera del Pontieri è essenzialmente unione tra l’urgenza dell’attualità, l’esigenza di rinnovamento e la tradizione non solo regionale; una tradizione non intesa come staticità di situazioni piuttosto un continuo dinamismo di eventi, azioni e sensazioni.
Forse vado ripetendomi ma non posso esimermi dal dire che siamo davanti ad un viaggio nel tempo che accarezza la memoria. Un viaggio che attraversa la storia, sospesa nel passato, in quel tempo che ancora sa incantare, che racconta la storia dei paesi silani, della gente di montagna, della gente di Calabria insomma. È un viaggio che si rivolge soprattutto alle giovani generazioni, non solo di Savelli, non solo della Sila, troppo distratte da consumismo, materialismo e facile edonismo. Insomma ricordare, fare memoria, non mettere una pietra sopra a tutto ciò che comincia ad avere a che fare con l’ieri. E ci aiuta in questo doveroso compito come lo fa fatto da sempre. Per lo stesso nobile scopo: “ricordare per non perdere la memoria”, don Pietro ci lascia in eredità opere, come questa, che meritano di essere rilette, approfondite e, perché no, aggiornate da ulteriori studi e documenti, che poi è quello che ci chiede umilmente lo stesso scrittore per, come scrive il giornalista Giuseppe Romano in presentazione, “tenere sveglia la memoria nei momenti difficili della vita per identificare e valutare i propri punti di forza e le difficoltà che s’incontrano per sconfiggere i vizi incalliti di cui si è schiavi.” Appuntamento, pertanto, il prossimo sabato 29, h. 16,30, alla Biblioteca “Lucifero” del capoluogo.