
Sabato, 29 novembre, presso la sede della Lega Navale di Cirò Marina, il Lions Club Cirò Krimisa ha promosso l’incontro con Luigi Macrillò, autore del libro “ IO NON MI SONO VOLTATO”, commovente e toccante ricordo della tragedia di Cutro, attraverso il quale l’autore ha inteso rendere omaggio alle vittime e ai volontari protagonisti di quella drammatica vicenda.
Erano presenti la Presidente della X Circoscrizione Filomena Zungri, la quale nel suo intervento conclusivo ha sottolineato il valore dell’opera, con l’invito a presentare il libro anche nell’istituto in cui svolge il ruolo di docente, e numerosi Officiers Distrettuali e Circoscrizionali, nonché numerosi soci del Club.
La Presidente del Lions Club Cirò Krimisa Orsola Siciliani, ringraziando il Presidente della Lega Navale di Cirò Marina, Pasquale Martire, per la cortese ospitalità, ha presentato l’Autore Luigi Macrillò, conosciuto al Salone del Libro di Torino, del quale entrambi erano ospiti, soffermandosi sull’aspetto emotivo e sull’impronta affettiva messa in risalto dal racconto, le cui pagine ripercorrono attimo per attimo lo scenario, ma soprattutto il dramma di chi ha pagato con la vita la speranza di vincere la propria disperazione.
Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, infatti, si consumava una delle tragedie più devastanti e, purtroppo, emblematiche del nostro tempo: il naufragio di Cutro, del quale ancora oggi conserviamo il dolore nelle pieghe dell’anima.
La prima immagine che il pubblico attento, partecipe e commosso ha colto è stata quella di una terra di Calabria, così umiliata da secoli di frustrazioni e di miseria, che dà ancora una volta lezione di solidarietà, di generosità e di accoglienza: è questo il primo messaggio da intravedere nel lavoro di Luigi Macrillò.
Forse perché ci si sente fratelli nelle difficoltà economiche e piuttosto emarginati nel panorama socio-economico del nostro Paese, nessun Calabrese riesce a voltarsi dall’altra parte se un suo simile ha bisogno.
E’ quello che l’autore ha saputo raccontare, descrivendo con toni pacati, ma quanto mai efficaci, attraverso il dialogo con il Professore Luca Ciamei, il dolore e lo strazio per una tragedia immane.
Con altrettanta efficacia, però, emergono la generosità e l’altruismo della gente di Cutro e di tutta la gente di Calabria: si fa strada, pertanto, una Calabria forte e generosa, “la Calabria che siamo”. Il Calabrese non si è voltato, ma ha guardato in faccia il dolore.
Il libro racconta la forza e la determinazione del pescatore Vincenzo Luciano, fra i primi a portare soccorso, e di tutti gli abitanti di Steccato di Cutro: volontari rimasti sul posto per circa due mesi, trascurando lavoro e famiglie, per soccorrere e, purtroppo, fare la conta dei morti.
Non è un racconto, non è un romanzo: è la cruda realtà, il quadro vivente del dolore e della disperazione, ma anche del grande cuore della gente calabrese che, pur nella vita modesta, non si tira indietro, non si volta dall’altra parte, ma tende una mano, quella mano che non è riuscita a salvare KR16MO, il bambino ignaro del destino che lo attendeva e che, insieme alle altre 93 vittime, ha finito il suo viaggio sulle rive dello Ionio.
Il libro, comunque, vuole essere anche una provocazione: dopo la tragedia nulla è cambiato.
Giovanni Verga oggi tornerebbe a parlare di “vinti”: anche per quei poveri migranti la ”Provvidenza” è naufragata insieme alla vana speranza di migliorare la propria esistenza.
Le letture eseguite con voce commossa da Antonio Vitetti, Patrizia Perticone, Teresa Pellizzi, Enza Alessio Librandi e Mariolina De Franco hanno consentito al pubblico di sentirsi partecipe ancora di più di questa vicenda che l’immaginario collettivo ha riposto nell’archivio dei media, ma che nel cuore e nella mente della gente di Steccato di Cutro ha lasciato un profondo solco di dolore, di amore e di pietà.








