In principio fu il ministero dell’Agricoltura. Poi si aggiunsero le foreste e gli alimenti. Dal 1993 a oggi il nome è cambiato sei volte: Coordinamento delle Politiche Agricole; Risorse agricole, alimentari e forestali; Politiche agricole; Politiche agricole e forestali; Politiche agricole alimentari e forestali. Oggi l’ultima giravolta: Agroalimentare. La novità è stata annunciata dal presidente del Consiglio. Dice Matteo Renzi che, comunque si chiami, “è un ministero centrale nello sviluppo e nell’identità del sistema Paese”. Lo stesso Renzi ha sottoscritto insieme al ministro Martina e all’AD di Intesa, il protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Agricoltura e Banca Intesa.
“Saranno 6 i miliardi di euro immediatamente pronti per le imprese agricole italiane” – afferma Nicodemo Oliverio, capogruppo calabrese PD in commissione Agricoltura Camera. “L’accordo metterà a disposizione delle imprese credito a ottime condizioni e in tempi certi. Quel credito che è finora mancato alle imprese agricole e che ora darà loro l’opportunità di superare le difficoltà e di stare sul mercato alle migliori condizioni. A ben guardare la notizia è un’altra: la fine del Corpo forestale, nato nel 1822 per opera di re Carlo Felice. Diventato Corpo Reale delle foreste con l’Unità d’Italia, venne soppresso e militarizzato nel 1926 da Benito Mussolini, che istituì al suo posto la Milizia Nazionale Forestale. Nel 1948 nacque l’attuale Corpo forestale dello Stato. Ora è destinato a sciogliersi nell’Arma dei Carabinieri. È tutto dentro il decreto legislativo della riforma Madia che andrà in Consiglio dei ministri venerdì prossimo.