La conferenza stampa convocata dalla commissione insediatasi il 19 dicembre scorso, dopo la dichiarazione di dissesto votata in Consiglio Comunale e che, aveva prodotto nei mesi successivi la forte contrarietà dell’opposizione, in consiglio e non solo, giovedì scorso, ha forse definitivamente emesso una prima fredda sentenza: “il dissesto era inevitabile”. Cirò Marina è fra i Comuni più dissestati d’Italia. Non hanno avuto tentennamenti i tre Commissari, Antonio Calenda, Salvatore Di Vuono e Antonio Gatto a riferire l’impietosa situazione, che fino a “ieri”, si è cercato di “coprire”. Da qui bisognerà ripartire per tentare, in maniera seria e responsabile di recuperare una crisi finanziaria ed economica che è frutto, da quello che gli stessi Commissari hanno certificato, almeno nei numeri, da una cattiva gestione contabile degli ultimi dodici anni, a partire cioè dal 2000/2001 e ancor prima. Circa trenta milioni di euro, le somme accertate, che non potranno essere riequilibrate con una procedura normale, bensì semplificata. Il che tradotto in soldi, significa che i creditori si vedranno tagliare le loro spettanze del 60% circa. Un danno non indifferente per le aziende creditrici ma che presenta nel complesso un conto salato per tutti i cittadini, soprattutto per quelli che in negli anni passati hanno mancato di versare Ici, Tarsu, acqua e quant’altro. Infatti, i Commissari, in questi mesi di ricognizione dei debiti fuori bilancio, che si aggirano intorno ai 18 milioni di euro, hanno suggerito al Comune una procedura per il recupero dei crediti, stimati intorno ai 14 milioni di euro, (parte però inesigibili), che si spera possano ridurre la massa debitoria.
In sostanza, si cercherà di proporre ai creditori una transazione con un pagamento immediato di circa il 40% del credito, per chi accetterà, per gli altri, si accantonerà la spesa e si rimanderà agli anni a venire, ha dichiarato Antonio Calenda. Ciò, ha proseguito il commissario, vedrà una sorta di scaletta dei pagamenti, con in testa i piccoli creditori, poi le imprese e, infine, le grosse società di servizi (che sono i creditori più grossi), Sorical, Enel, Edison, Regione, Commissari, i quali, tutti insieme, rappresentano la quota debitoria preponderante. Naturalmente, a fronte di tale grave situazione, gli stessi Commissari, hanno dichiarato che si vorrà ad ogni modo, evitare l’alienazione del patrimonio Comunale e si cercherà invece, con il coinvolgimento civile di tutti, di recuperare i milioni di tributi evasi, anche quelli fino a circa otto anni fa. Il che fa presagire un prossimo invio di cartelle esattoriali, soprattutto sulle tasse locali, ma ovviamente considerando le tariffe degli anni di riferimento e non quelle attuali. Insomma, lacrime e sangue, per i contribuenti, sperando che si riesca a “stanare” gli evasori. Per gli amministratori degli anni di riferimento la costituzione del debito, si parte dai cinque milioni del 2001, dei quali tre fuori bilancio a quelli attuali, con un crescendo costante che, potrebbe fare paventare la possibilità e l’evenienza che questo possa essere considerato “danno erariale”. Se ciò sarà, oltre la responsabilità etica e politica, potrebbe configurarsi quella amministrativa, se non penale.
Sembra strano che l’Organo Straordinario di liquidazione (i cosiddetti commissari liquidatori) – che, giusta vigente normativa (Capo II, artt. 244 e 245 del DLgs n. 267/2000) è tenuto al ripiano dell’indebitamento pregresso dell’Ente con “i mezzi consentiti dalla legge” – cada sull’uccello (gaffe memorabile di Mike) della partigianeria politica nella conferenza stampa novellata da Oscare Grisolia. L’OSL, di cui conosco e stimo alcuni suoi componenti, non poteva, così come sicuramente non ha fatto, entrare nel merito e nei livelli di responsabilità circa la “costruzione” e architettura del debito, ma doveva, così come ha fatto, quantificare la massa passiva del Comune (nonché quella attiva) e illustrare le modalità e strategie del ripiano. La situazione finanziaria dell’Ente locale ciromarinese è da anni al limite del dissesto: lo dichiarava il compagno socialista Fortunato nei suoi affascinanti comizi (quando nel 1976 ripeteva con insistenza poi risultata perdente: due miliardi e mezzo di debiti!!); lo ricordava Corrado Pugliese nel 1980; lo denunciavano DC e PCI nei 1990 nei loro comizi vincenti ; l’ho tristemente verificato io da sindaco, quando i fornitori non concedevano al Comune nemmeno il credito di un sacchetto di cemento ; lo ricordava, denunciava e scriveva il sottoscritto e l’allora sindaco Filippelli nel 2002 quando sosteneva che la gravissima situazione finanziaria dell’Ente (leggasi indebitamento) era determinata dai debiti nei confronti della Regione per l’acqua (che non arrivava ai cittadini e si disperdeva nel sottosuolo per la fatiscenza della rete idrica!); dai debiti per lo smaltimento dei rifiuti e per la depurazione delle acque reflue; dai debiti nei confronti dell’Enel ; dai debiti per espropri mai sistemati secondo legge; dai debiti per incarichi di progettazione di opere mai realizzate; dai decreti ingiuntivi tenuti nei cassetti comunali e “scoperti” quando erano divenuti esecutivi. Nonostante la cagionevole salute finanziaria dell’Ente, che consigliava la dichiarazione di dissesto finanziario, la giunta Ruggero prima e la giunta Filippelli poi ha preferito ad essa il piano di ammortamento dei debiti, evitando ai cittadini tasse e balzelli ed esosi ammennicoli . Altra amministrazione , quella in cui era presente Valente, con un Partito Comunista che al suo interno dialogava ha costretto lo Stato a pagare miliardi di debiti fuori bilancio del Comune, tali dichiarati con e senza sentenze passate in giudicato. La Commissione straordinaria, che è andata alla ricerca di carte da debiti, queste cose le ha verificate, al pari degli Uffici di ragioneria (dei tempi) e dell’organo di revisione contabile succedutosi al comune dopo l’entrata in vigore della legge 142/90. L’OSL – i cosiddetti commissari – non potevano sulla base delle carte, concludere come il buon Grisolia ha concluso “ Se ciò sarà, oltre la responsabilità etica e politica, potrebbe configurarsi quella amministrativa, se non penale” perché tanta conclusione incompetente e- qualora rispondente al vero – possibile di denuncia penale. Ho parlato del problema con il sindaco Siciliani, ed assunto informazioni tecniche in sedi diverse, per cui canee e polemiche e guaiti provocati parrebbero ad arte sollevati semplicemente per spostare il tiro e far “mbrigare i ciucci mentre i varrili ci vani ‘e sutta”