Erano veramente in tantissimi, gli intervenuti ad ascoltare ed applaudire calorosamente il recital dell’organista M° Cosimo Prontera, domenica 12 Gennaio, presso la Basilica Cattedrale di Crotone, anche se pochi in rapporto alla levatura ed escursione che il Maestro ha regalato. Un concerto fortemente voluto ed organizzato dal Rotary Club di Crotone, in collaborazione con la Società Beethoven. L’organo, un Cimini del XVI secolo, sotto le mani esperte del M° Prontera ha regalato e fatto gustare sonorità, timbri e colorature d’altri tempi alle quali è difficile rinunciare e difficilmente si ascoltano. Un gioiello architettonico e timbrico che la città custodisce, ma che raramente viene utilizzato, poiché pochi sono ormai gli artisti esperti e preparati a realizzare recital adatti e strumenti così belli, ma ormai quasi dimenticati. Alla fine del concerto la bellezza sonora dei timbri, si era talmente impressa nelle orecchie degli astanti, che, tutto il resto sonoro sembrava quasi una dissacrazione ad un modello di altri tempi che aveva, accarezzava il nostro udito penetrando prepotentemente nel cuore di quanti avevano avuto la fortuna di essere presenti. Il programma, scelto poi dal M° Prontera, era particolarmente, ricco e bello, che racchiudeva l’epoca d’oro del contrappunto, il XVI e XVII secolo.
Un Gesualdo Da Venosa, vero precursore del cromatismo armonico e melodico, ricco di bruschi passaggi di tonalità e di un ardore veramente passionale, tanto da rivelare grandi affinità col tasso. Di Antonio Valente, invece Prontera ha evidenziato la profonda conoscenza dell’armonia, espressa nelle sue numerosissime composizioni. Del poliedrico Frescobaldi, ha saputo cogliere e sublimarne l’anima stessa.Un artista e compositore straordinario per il quale l’elevazione della S.Messa era per lui il momento misterioso in cui la capacità meditativa e poetica del suo animo si effondeva, si dilatava in armonie troppo grandi per rimanere nell’ambito o meglio schemi di una forma. Di Trabaci, Strozzi a Merula, Prontera ha saputo cogliere ed evidenziare la loro grande conoscenza e capacità di racchiudere nelle loro opere l’evoluzione, che la musica organistica subiva fra la polifonica pura e il passaggio alla monodia e melodia. Virtuosismi tecnici portati a grande forma di espressività, sono stati i punti di forza di Prontera che ha saputo cogliere l’essenza di un’epoca storica ricca di grande fermento trasferendola e trasmettendola ad un pubblico attento e partecipe di un grande tuffo in un passato intramontabile. Applausi calorosi e convinti, seguiti da una serie di bis hanno concluso una bellissima serata.