E’ sempre più in ginocchio la produzione del territorio crotonese, praticamente azzerata la produzione di latte e derivati causa l’infezione della lingua blu, che ha totalmente piegato gli allevatori, ora ad abbattersi sul territorio è il crollo del prezzo del Mais e di altri cereali, che va così a mettere in ginocchio un’altra categoria importante del territorio, gli agricoltori. Fino a qualche tempo i numeri erano nettamente ottimistici, il prezzo del Mais sembrava essere in netto aumento causa anche la crisi in Ucraina, uno dei massimi produttori di mais mondiali, e altri fattori contingenti. A quanto pare però, come denuncia Coldiretti a seguito di un incontro nella sezione di Crotone, i commercianti che avrebbero dovuto acquistare il mais crotonese stanno facendo rifornimento presso qualche porto del Sud Italia, dove pare stiano arrivando numerosi carichi agricoli di dubbia provenienza e senza i giusti requisiti. Il presidente di Coldiretti di Crotone Roberto Torchia e il direttore Pietro Bozzo si dicono preoccupati per la qualità del prodotto introdotto in Italia, un prodotto privo di controlli e di aflatossine. C’è invece certezza per quanta riguarda la qualità del prodotto crotonese, curato nei minimi dettagli e con il rispetto del regole imposte dall’Italia in materia di OGM e sicurezza alimentare.
Una denuncia forte dunque da parte di Coldiretti che intende, in maniera più assoluta, difendere i propri agricoltori contro un mercato sleale che va arginato il prima possibile, magari con la realizzazione di una rete di consorzi agrari. La Coldiretti fa inoltre sapere che svolgerà ogni azione a tutela dei propri agricoltori e allevatori, affinchè si incentivino i controlli e le analisi sulle aflatossine. Ad essere maggiormente colpiti dalla concorrenza sleale sono soprattutto gli agricoltori di Isola Capo Rizzuto e Cutro, territori maggiormente vocati al’agricoltura. Gli stessi agricoltori esprimono la loro rabbia e disapprovano il comportamento dei commercianti: “Siamo costantemente “minacciati” dai commercianti che ci chiedono di abbassare il prezzo e metterci in linea con i carichi che arrivano da altri paesi, noi diciamo no perché il nostro prodotto è di qualità e la qualità si paga. Non vogliamo piegarci e metterci in linea con un mercato sleale, ridurre il prezzo per noi significherebbe abbattere il nostro guadagno e per molti anche andare in perdita dopo quasi un anno di duro lavoro e sacrifici. Chiediamo a chi di dovere di aumentare i controlli presso i porti italiani dove arrivano questi carichi, non permettiamo che nel nostro paese entrino prodotti non controllati che possano mettere a serio rischio la nostra salute. Noi siamo convinti della qualità del nostro prodotto e per questo non intendiamo farci mettere sotto dai commercianti. Se non ci sarà un cambio drastico in breve tempo l’economia del territorio rischia di essere compromessa, c’è bisogno di un intervento urgente”.