La famosa Sardella Calabrese è ormai illegale. Le direttive europee pongono uno stop anche a tradizioni storico-culturali legate alla pesca, alla produzione e commercializzazione di quello che viene definito ‘il Caviale di Calabria’. Perfino il comune di Crucoli si è visto costretto a rinunciare ai segni distintivi legati alla Sardella perché ormai illegale. Sulla questione il Movimento 5 Stelle attraverso la sua eurodeputata calabrese Laura Ferrara ha interessato la Commissione europea. “Siamo tutti d’accordo che devono esistere norme volte a proteggere l’ambiente e gli stock ittici – ha affermato l’europarlamentare – il punto è che quando si concedono le deroghe, sia pure con le necessarie limitazioni, queste non possono sussistere a favore solo di alcune regioni, posto che le stesse direttive europee sanciscono il principio secondo cui tali norme devono essere non discriminatorie”.
Alcune regioni infatti, avvalendosi dei piani di gestione, hanno ottenuto una regolamentazione differente che gli permette di superare il divieto assoluto imposto dalle direttive europee. “La direttiva europea – prosegue Laura Ferrara – specifica che sono gli Stati membri che dovrebbero ‘elaborare’ ed ‘adottare’ i piani di gestione, non le singole regioni, così come invece è avvenuto in Italia, dove il Ministero si è limitato ad approvare i piani di gestione redatti da regioni come la Liguria e la Toscana. E la Regione Calabria? Dorme?”. Sulla questione, Laura Ferrara ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere quali iniziative intendesse prendere in merito alla discriminazione dovuta all’approvazione di piani di gestione lasciati all’iniziativa regionali. “Da un lato si vieta la pesca del novellame di sardella in nome della conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche e dall’altro si autorizzano le trivellazioni in mare, il cui danno ambientale è ormai conclamato nelle stesse direttive europee e le cui conseguenze vengono definite senza mezzi termini ‘devastanti ed irreversibili sull’ambiente marino'”.





L’ennesimo svarione della Comunità europea, si vieta la pesca del novellame per salvaguardare la fauna marina del mediterraneo e si dà la possibilità ai pescatori di pescare il pescespada con il palamito (per evitare le reti “derivanti”) ma con la conseguenza che agli ami abboccano migliaia e migliaia di piccolissimi pescespada la cui pesca sarebbe vietata ma quando il pescatore lo issa a bordo è oramai morto. Vorrei conoscere questo esperto che studia queste leggi per potergli sputare in un occhio.