Parliamo di Roberto Furfaro, ex studente calabrese oggi alla Nasa per inventare sonde, robot, prototipi e tutto ciò che serve all’uomo per conquistare ed esplorare il sistema solare. Lo stesso Furfaro racconta ad Aldo Domenico Ficara de “La tecnica della scuola” la sua storia professionale: “Sono nato e cresciuto a Roccella Jonica e poi mi sono trasferito a Roma per studiare ingegneria aeronautica con indirizzo spaziale. Poco prima di completare il mio ciclo di studi, con il sostegno del professore relatore della tesi, ho partecipato a un convegno scientifico a Torino, al quale era presente anche l’allora direttore della Nasa”.
“Con un po’ di faccia tosta e nonostante il mio inglese incerto, l’ho avvicinato e gli ho chiesto di poter trascorrere un periodo di studi e di ricerche negli Stati Uniti. Con mia grande sorpresa mi ha risposto di sì e così, nell’ormai lontano 1997, sono partito per l’Arizona dove sono rimasto otto mesi all’interno della Nasa. Qui ho avuto la possibilità di lavorare a un progetto preliminare a una missione su Marte. Dovevamo realizzare il sistema di controllo di un robot in grado di studiare le risorse indigene. Nel 1998 tornai in Italia per laurearmi ma sono subito dopo rientrato in America per fare un dottorato di ricerca e da allora non sono andato più via”. Una storia che può essere da stimolo per tutti gli studenti meridionali, schiacciati da una crisi economica che si evidenzia con una disoccupazione giovanile dilagante. Roberto attualmente sta lavorando ad un particolare progetto che nel 2016 porterà una sonda nello spazio per studiare da vicino un’asteroide.
Raccontare storie di cultura scientifica come questa, vuol dire creare modelli da seguire ed emulare nel nome dell’impegno professionale e dello studio disciplinare. Tutto ciò è di fondamentale importanza. Lo è ancor di più in questo periodo di crisi economica, che riduce inesorabilmente le speranze di lavoro dei nostri giovani, in particolare di quelli calabresi, costretti a vivere in una terra dove la disoccupazione raggiunge livelli socialmente insopportabili