Il Consiglio dei Ministri, il 10 dicembre 2012, ha adottato la proposta del disegno di legge di ratifica della Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. Una decisione di straordinaria importanza per la sempre maggiore affermazione dei diritti della donna nella società. In Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni e’ stata vittima nella sua vita dell’ aggressivita’ di un uomo. Sei milioni 743 mila quelle che hanno subito violenza fisica e sessuale, secondo gli ultimi dati Istat. E ogni anno vengono uccise in media 100 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex. In data 25 scorso si è celebrato in tutto il mondo la Giornata contro la violenza sulle donne, ma c’e’ ben poco da festeggiare viste le cifre che riguardano gli abusi e i maltrattamenti che si subiscono. Quasi 700 mila donne, sempre dati Istat, hanno subito violenze ripetute dal partner e avevano figli al momento della violenza, e nel 62,4% dei casi i figli hanno assistito a uno o piu’ episodi di violenza. Secondo l’Osservatorio nazionale sullo stalking, il 10% circa degli omicidi avvenuti in Italia dal 2002 al 2008 ha avuto come prologo atti di stalking, l’80% delle vittime e’ di sesso femminile e la durata media delle molestie insistenti e’ di circa un anno e mezzo. Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate: il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner. Lo stesso nel caso degli stupri (91,6%). Ô consistente la quota di donne che non parla con nessuno delle violenze subite. In Calabria oltre 154mila donne, circa il 22,5%, hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita. Numeri da bollettino da guerra con più di 100 donne uccise dall’inizio del 2012 nel nostro Paese La violenza domestica, il sesso, lo sfruttamento, la provenienza geografica, rappresentano le condizioni più disparate delle vittime dei cartelli criminali della tratta e dello sfruttamento sessuale. “Le nuove schiavitù sono estremamente visibili in tutto il paese, nell’ultimo periodo, forte è la presenza anche in Calabria” “Ogni giorno una moltitudine di giovani donne, molte delle quali minorenni, nigeriane, rumene, etiopi e albanesi, sono costrette a battere i marciapiedi della città Italia. Minacce, percosse, sevizie sono l’alternativa alla prostituzione nella strada o in case chiuse”.
La proposta di legge del Governo verte in tale direzione: “Si tratta di uno strumento che rappresenta il livello più avanzato dello standard internazionale sia nella prevenzione che nel contrasto di tutti i possibili atti di violenza contro le donne, e le sue norme prevedono anche la protezione delle vittime e la criminalizzazione dei responsabili. La violenza e le discriminazioni contro le donne sono figlie dell’ignoranza e dell’impunità, fenomeni coi quali purtroppo siamo chiamati a confrontarci anche nei contesti più avanzati. E’ indispensabile agire anche sul piano normativo, e per questo è di fondamentale importanza che la Convenzione di Istanbul entri in vigore più presto”. La “Marco Polo” – Associazione di volontariato – per la tutela dei diritti – esprime proposta , nella convinzione che siano maturati i tempi, per costituire anche nella provincia di Crotone, un Coordinamento composto da Associazioni specializzati sul piano del diritto, Sindacati, forze politiche, Associazioni Religiosi, Assistenti sociali, Consultorio familiare, Organi di stampa, etc. etc.. per meglio contrastare il fenomeno della tratta, lavorare alle azioni di recupero delle donne schiavizzate, lottare contro le organizzazioni mafiose che organizzano la prostituzione per le strade. Su quest’ultimo punto, in particolare, il nuovo soggetto deve si appellarsi alle istituzioni, chiedendo un cambio di rotta: lo schema retata/rimpatrio che colpisce in modo indiscriminato le donne migranti prostituite deve essere sostituito con la concreta volontà di indagare a fondo sui legami che intercorrono tra criminalità organizzata extracomunitaria e locale Pertanto, si resta a disposizione. per conoscere la volontà politica dei possibili soggetti sociali interessati alla costituzione, per procedere speditamente ad una pronta riunione di lavoro e stabilire modalità e termini per formalizzare tale iniziativa.