A margine del consiglio straordinario della giornata di giovedì, ci siano consentite, alcune osservazioni che, per’altro, ascoltando attentamente alcuni interventi, al di là della polemica politica e del volere a tutti i costi rivendicare una primogenitura in positivo o una colpa sulle annose vicende della nostra città, sono emerse. Tutti ci si è preoccupati della paventata vendita della pineta, facendone strumento di critica e giudizio su scelte e prospettive. Ma, crediamo, ascoltando la gente, il popolo, che tutti invocano, che ciò di cui la nostra città e il nostro territorio nella sua complessità avrebbe maggiore bisogno, sarebbe quello di mettere, senza faziosità, a nudo le forti criticità sociali, che scaturiscono anche da una cattiva gestione della cosa pubblica che ha radici lontanissime. A cominciare da chi oltre quaranta anni fa ha ostacolato la nascita di una città che aveva, ha ed avrebbe, delle vocazioni ben precise: Turismo (non Eni), agricoltura con la nostra tradizione vitivinicola (sotto un’unica bandiera e con un protocollo definito e uguale per tutti), la pesca. Tutti settori che purtroppo trovano tanti elementi di disuguaglianza, di particolarismi, di poca visione del domani. Suoli occupati abusivamente e che nessuno ha mai avuto la forza di riportare nella totale proprietà della collettività.
Pineta, oggetto di deturpamento, con tagli selvaggi di alberi e occupazione abusiva, che tutti vorrebbero preservare e che si rischia di vedere non valorizzata nel rispetto dell’ecosistema e della fruizione più in generale e che pertanto, non dovrebbe fare “gridare allo scandalo” se da una cessione in comodato di “reliquati” questo potrebbe portare occupazione, turismo e miglioramento complessivo della sua vivibilità, fermo restando la sua immutevole funzione di polmone verde del territorio e pertanto da salvaguardare. L’area portuale, che ad oggi è gestita in maniera personale dai singoli, senza un ritorno per la collettività; la viabilità cittadina, laddove il ridotto numero di personale impedisce di attivare parcheggi a pagamento, multe per sosta in doppia fila e quant’altro. Utilizzo delle strutture sportive che sono costate centinaia di milioni e che ciascuno utilizza senza versare un solo euro all’Ente. E l’elenco sarebbe ancora molto lungo per trovare, avendone la volontà, al di là dell’appartenenza e della primogenitura, come dicevamo, di riportare la vita dei cittadini al centro dell’attenzione. Ecco, sono solo poche e semplici considerazioni, fatte da noi, ma che sono sulla bocca della gente, che pensiamo dovrebbero essere messe al centro dell’attenzione in quanto, in questi tempi di violenta crisi socio economica, alla famiglia che non ha i soldi per mangiare, per pagare una bolletta, importerebbe molto meno sapere se la pineta si possa cedere o meno. Fra poco mancherà l’ossigeno per vivere. Ed allora, pensiamo che sarebbe il momento che tutti, si sedessero intorno al tavolo, ma per rigenerare la fiducia, per coinvolgere tutti, i giovani in primis affinché si possa dare voce al disagio, trovando soluzioni che possano almeno nel tempo fare sperare in qualcosa che ci unisca e non ci divida in nome di un’appartenenza politica o, ancor peggio, di un’appartenenza partitica.