di Andrea Torrente. Londrina è la seconda città più importante del Paraná, uno dei tre Stati del Brasile meridionale (insieme a Santa Catarina e Rio Grande do Sul), e possiede 515 mila abitanti. A definirla “piccola Londra” furono gli inglesi nel corso degli anni ’20 del secolo scorso, osservando la caratteristica nebbia che avvolgeva la città a causa della ricca vegetazione tropicale e che la faceva assomigliare alla capitale inglese. Inizia così l’articolo pubblicato su “Scappo in Brasile”, che prosegue poi con l’intervista al cirotano Luigi Malena, 31 anni.
Luigi, cosa ti ha portato in Brasile, ed in particolare a Londrina?
Venire in Brasile per me non è stata una scelta così facile come si può pensare. Sono sposato con una ragazza brasiliana da sette anni e abbiamo un figlio di 6. Ho provato a restare in Italia con tutte le mie forze, ma mia moglie non riusciva ad adattarsi per la classica saudade brasiliana! Per questo, dopo vari tentativi per convincerla a restare in Italia, senza successo, ho deciso di lasciare tutto e venire in Brasile con l´illusione che per me trovare un lavoro sarebbe stato facile. Molti mi convinsero che in Brasile non c’erano molti professionisti nel campo alberghiero e della ristorazione in generale.
Raccontaci come è Londrina.
Londrina è la seconda città più grande del Paranà. È una città universitaria ed è molto sviluppata in alcuni settori come quello della medicina, dell´industria e del commercio.
Di cosa ti occupi a Londrina?
A Londrina sono il direttore generale della filiale di una nota catena di ristoranti che ha sede a Curitiba (la capitale del Paraná, ndR). Attualmente non posso lamentarmi: ho un buon lavoro e un buon stipendio, ma arrivare fino a qua non è stato facile.
Perché? Quali sono state le difficoltà maggiori?
Sono stato per due anni senza lavorare, in quanto nessuno mi dava un lavoro. Le provai tutte, ma senza successo. Ero perfino arrivato ad accettare un incarico che pagava 500 reais (circa 170 euro) per vedere se mi davano una chance, ma anche allora non mi chiamarono. Quel giorno stavo facendo le valigie per tornare a casa stanco dei troppi no! E invece, proprio all`ultimo, mi chiamarono da Curitiba per fare le selezioni per un posto di manager in questa compagnia.
Quali sono, secondo te, i lati positivi e i lati negativi di vivere in Brasile?
Il lato peggiore del Brasile è sicuramente la delinquenza. Poi la precarietà della sanità pubblica e delle scuole statali. Per garantiriti questi servizi a livello decente devi pagare. E pure salato! Il lato buono è che se ci sono i soldi per investire conviene molto più che in Italia. In questo momento il Brasile vive un momento paragonabile agli anni ´80 italiani.
Nel complesso credi che la vita sia migliore in Italia o in Brasile?
Onestamete non so dirti se la vita è migliore in Italia o in Brasile, ma una cosa te la posso assicurare: mi manca l´Italia da morire!
Consiglieresti ad un italiano di trasferirsi a Londrina?
Ad un italiano che vuole trasferirsi a Londrina dico: vieni solo se puoi investire. Il lavoro come dipendente varia molto in base a quello che sai fare. È molto difficile inserirsi, ma se hai un minimo di soldi è più semplice. Però bisogna sempre stare attenti a non fare società con i brasiliani perché la maggior parte delle volte si rimane fregati.
Credi ci siano possibilità d’affari a Londrina e se si, in quali settori?
Il settore che consiglio è quello in cui lavoro, la ristorazione. Ma sono necessarie professionalità e serietà. Non basta aver talento in cucina per decidere di aprire un ristorante. Il successo non dipende solo da questo, ma dall´avere un progetto ben studiato. è una cosa alla cui peraltro sto lavorando per un futuro non molto lontano.
Grazie Luigi e, come dicono i brasiliani, boa sorte!
Grazie per l’articolo comunque ci tengo a dire un intervista data qualche mese fa e adesso dopo 3 anni é l’ora di rientrare, con un bagaglio di esperienza enorme che si aggiunge anche a gli anni un cui a 20 anni ero u giovane barman in grandi hotels di londra. cosa dire il brasile é bello si, ma non é facile come molta gente possa pensare. Tra non molto saro’ in italia, perché ho un figlio piccolo e non vorrei ritrovarmi fra 20 anni a voler rientrare a casa per la nostalgia e magari con mio figlio giá grande che non vuole.
Un abbraccio e a presto.