“Gent.ma Sindaco, ho molto apprezzato la Sua lettera, peraltro tempestiva, nella quale, Ella da spiegazioni per quanto riguarda l’impianto fotovoltaico realizzato nel suo Comune. A scanso di equivoci, Le preciso che giammai era ed è mia intenzione colpevolizzare le scelte del Comune di San Floro, avvenute, ne sono convinto, con una scelta politica consapevole e certamente convalidata con gli atti amministrativi necessari – scrive Pietro Molinaro, Presidente di Coldiretti Calabria. Le mie considerazioni, peraltro in buona parte da Lei condivise, avevano ed hanno una intenzione che ha l’ambizione di rivolgersi alle scelte di una intera Regione e alle varie articolazioni delle Istituzioni locali e di chi comunque ha responsabilità collettive. Coerentemente, una posizione analoga la Coldiretti Calabria l’aveva assunta in altre occasioni e cito qualche caso: sulla centrale di Saline Jonica, sui palazzinari dell’energia eolica, sul piano regolatore di Squillace, sul rigassificatore di Gioia Tauro, l’inceneritore di Sorbo San Basile e potrei continuare. La nostra Regione, più che altri territori italiani ed europei, ha bisogno di sviluppo, crescita e quindi occupazione, ma ritengo che prima ancora debba “rigenerarsi” rispetto ad alcuni paradigmi che sono stati e, purtroppo sono, causa dei nostri mali economici e sociali. Per troppo tempo abbiamo privilegiato e perseguito modelli di sviluppo non coerenti con la nostra vocazione, attraverso grandi opere, per rincorrere una falsa industrializzazione ed ancora oggi ci proponiamo e mi permetta, esultiamo, per rigassificatori, centrali a carbone, ponte sullo stretto, mega aree industriali su ogni provincia. Il miraggio poi la zona franca (perché non si invoca per i piccoli comuni?) per attrarre grandi insediamenti industriali e non ultimo grandi impianti sull’ energia rinnovabile (parchi eolici, biomasse e fotovoltaici).
Tutto questo crea disordine, distruzione di suolo agricolo e deserto. Gli investitori dei mega impianti, non sono benefattori, perché incassano le tariffe incentivanti GSE, che sono risorse pubbliche. Se non si fanno scelte coerenti, illustre Sindaco, le future generazioni non sapranno nemmeno come fare per smaltire quelli che oggi sembra sono impianti avveniristici! Oggi invece più di prima, c’è bisogno di tornare all’economia reale, e l’agricoltura, che Lei, lo riconosco, cerca di ben preservare, è la prima rigeneratrice di economia reale. Certo, non sfuggo alla modernità, ed ad esempio, il fotovoltaico, può essere sostenuto con micro impianti e con “sapienza architettonica” ad esempio sui tetti. Il comune denominatore che deve caratterizzarci, e mi pare che siamo in sintonia, è la difesa dei beni comuni, come il suolo agricolo, l’ambiente e le vocazioni territoriali, indispensabili per la produzione di cibo di qualità anch’esso un bene pubblico, che ricordo, non sono infinite e ripetibili; da queste certezze si che possiamo far emergere i risultati economici e sociali, capaci di far crescere la Calabria. Certo ci vuole coraggio e qualche volta occorre andare controcorrente, ma se questo manca saremmo ben poca cosa! Ecco perchè sono convinto che bisogna dire dei NO decisi per cambiare questi paradigmi dello sviluppo e rafforzare la Calabria che piace, che vince e che ci fa essere di successo. Puntiamo, senza tentennamenti, sulle nostre vocazioni, punti di forza che naturalmente abbiamo a disposizione, quali l’agroalimentare ed il turismo di qualità. Con queste mie doverose precisazioni, assicurandoLe la mia massima attenzione e collaborazione, non mi sottraggo al cortese invito che di comune accordo concorderemo. Con i sensi della più alta stima in attesa di incontrarLa invio distinti saluti”.